L’evento più significativo alle 18.32, magnitudo 2.2, poco più di due chilometri e mezzo di profondità, epicentro non distante dalla Solfatara. Tornano a tremare i Campi Flegrei, interessati nel pomeriggio da uno sciame sismico con un numero complessivo di 14 terremoti, due dei quali superiori al grado di magnitudo. Ma i cittadini, da Pozzuoli a Quarto, hanno distintamente avvertito tremolii e scosse. “Sono cadute le cose dalle mensole”, racconta per esempio Aldo.
“Si tratta di eventi in linea con la crisi bradisismica in corso, che non era improvvisamente terminata. – spiega Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, con riferimento al lungo periodo di relativa quiete – Continuiamo ad assistere a un processo di sollevamento del suolo e di deformazione della crosta. Accadono così continue sollecitazioni della roccia, che per reazione rilascia energia e si frattura, come sta accadendo in queste ore”.
Non sono segnalati danni. C’è chi invece lamenta, da qualche giorno, un odore particolarmente intenso di zolfo. “Nessun segno premonitore, ma si tratta di un fenomeno legato esclusivamente alle correnti d’aria e alla pressione atmosferica”, spiega Di Vito.Quasi in contemporanea, i sensori dell’Ingv hanno rilevato una scossa di terremoto di magnitudo maggiore (2.6) e particolarmente superficiale con epicentro nella zona craterica del Vesuvio.
Un evento sismico che non sarebbe stato avvertito dalla cittadinanza anche perché registrato alle 18.20, in una fascia oraria in cui non ci sono visitatori. “Anche in questo caso – spiega il direttore dell’Osservatorio Vesuviano – si tratta di un evento che non ci sorprende perché legato al leggero abbassamento della parte alta del vulcano”. Del resto il Vesuvio è un vulcano attivo che attraversa un momento di stasi, come confermato dall’assenza di fluidi magmatici nelle sue piccole fumarole ma conserva, e ha sempre conservato in questi anni, una sismicità di fondo, tradotta in scosse superficiali, eventi legati al fenomeno di cosiddetta subsidenza del cratere. “Il vulcano va progressivamente abbassandosi per gli effetti gravitativi successivi all’eruzione del 1944, movimento di natura opposta al bradisismo dei Campi flegrei, e lo fa di circa 7 millimetri all’anno”, spiega Francesca Bianco, direttrice della sezione vulcani dell’Ingv.