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Sorrentino al Modernissimo: “Napoli è la città dove viaggiare senza partire”

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“Il cinema non serve a niente”. Come fosse un mantra pronunciato da uno dei suoi personaggi, Paolo Sorrentino inframmezza la conversazione con l’attore-scrittore Peppe Lanzetta e dà il via alla notte napoletana del suo decimo film.

Il regista-sceneggiatore-scrittore è tornato poche ore fa nella sua Napoli per battezzare l’anteprima di “Parthenope”, già in concorso a maggio al Festival di Cannes. Ad attenderlo – puntuale a mezzanotte – tanti spettatori, non solo giovanissimi, che già sull’uscio del cinema gli chiedono saluti e fotografie. Però è tardi, bisogna far partire la proiezione.

Scendendo le scale in compagnia di sua moglie Daniela D’Antonio e di Peppe Lanzetta, dialoga con Gerardo De Vivo del Modernissimo e in sala viene accolto da un allegro boato da stadio. “Il cinema può aiutare a trascorrere due ore. E basta”, aggiunge sarcastico e sincero il cineasta, che nel pomeriggio si era concesso una birretta in un appartamento a ridosso di San Gregorio Armeno e, dal balconcino, aveva scambiato qualche saluto vivace con la folla in strada. La sala adesso ride, sogghigna, sicura di essere nel posto desiderato.

La platea di via Cisterna dell’Olio si riempie per vivere in anteprima – il film che si apre con un’altra citazione da Céline, “Certo che è enorme la vita. Ti ci perdi dappertutto” (era accaduto per “La grande bellezza), poi uscirà ufficialmente il 24 ottobre – l’emozione di una storia che vede al centro una giovane donna con la risposta sempre pronta. Prima studentessa, poi docente, di Antropologia, tra Napoli e Trento. E va’ a capire che cos’è mai questa disciplina. Entrando nel cinema, Sorrentino ha ricordato: “Proprio 30 anni fa ho iniziato a fare questo mestiere e sono felice che la data coincida con il medesimo anniversario del Modernissimo”. Peppe Lanzetta interpreta un vescovo luciferino, famelico, inesorabile, e per una volta è sparring partner al microfono. Sottolinea che “c’è un sentimento di gioia perché l’arte e il cinema sono segnali di incoraggiamento ai giovani. Sono il segno di qualcosa che può accadere. Il cinema e la letteratura sono una responsabilità nei confronti della città”. E il regista, goliardico, lo punzecchia dicendo che sta “andando fuori tema”. “E c’aggia fa”, ribatte pronto Lanzetta. Quindi arriva la freccia di Sorrentino: “Il cinema non serve a niente”.

Poi alcuni concetti fluttuanti che sintetizzano il suo nuovo film, di cui è protagonista Celeste Dalla Porta: “Sono d’accordo con te, Peppe, quando dici che questo film è un’opera-mondo. Vuole essere un film epico su un’eroina che viaggia da ferma. E viaggia da ferma perché il viaggio avviene in una città che ti consente di viaggiare restando fermo. E questa città è Napoli”.

Applauso fragoroso. Tanto che, citando la battuta di uno dei personaggi, viene detto che “è impossibile essere felici nel posto più bello del mondo”. Alias, la città del golfo, di Villa Lauro, di Marechiaro, che sta esattamente dirimpetto a Capri, altra calamita del destino.

“Peppe Lanzetta è nell’ultima parte del film – propone il regista agli spettatori – che è anche la migliore. Quindi resistete se potete. Ora di’ qualcosa tu, Peppe, che sei un grande affabulatore”. Lanzetta ricorda: “Due anni fa, proprio il 21 settembre, ricevevo la notizia che Paolo mi voleva in “Parthenope””. “Mi piacciono gli anniversari”, conferma Sorrentino. “Sono molto contento alla mia età di essere rientrato nel cinema di serie A. Grazie a Paolo, di cuore. Questo film è un’opera-mondo”. Ancora il cineasta: “È uno strano film epico senza che ci sia un viaggio come presuppone di solito l’epica. Si concentra prevalentemente su dei sentimenti adesso inattuali che sono la libertà, la spontaneità, l’erotismo e la seduzione. E poi è un film sentimentale. Siete tenuti a piangere. Se non piangete significa che avete un problema”. Risata bis. Nel cast, sospesi tra le musiche originali di Lele Marchitelli, “Valse triste” di Jean Sibelius, “Che cosa c’è” di Gino Paoli, “Popularia” di Enzo Avitabile e “Un giorno all’improvviso” cantato in coro dai tifosi del Napoli sulla barca tutta azzurra che celebra il terzo scudetto, anche Stefania Sandrelli (Parthenope Di Sandro da adulta), Silvio Orlando (il professore Devoto Marotta), Daniele Rienzo (Raimondo), Dario Aita (Sandrino), Alfonso Santagata (Achille Lauro), Luisa Ranieri (Greta Cool, che in una scena frusta violentemente il disgraziato popolo napoletano, e chissà se allude alla Loren?), Nello Mascia (chissà se è Sergio Bruni?), Gary Oldman (lo scrittore John Cheever) e Isabella Ferrari (Flora Malva).

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/09/22/news/parthenope_film_sorrentino_modernissimo-423515029/?rss

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