

«Sarà una valanga. Rischiamo davvero la paralisi», dice Cristina Curatoli, pm del pool anticamorra e presidente della giunta distrettuale di Napoli dell’Associazione magistrati. A preoccupare le toghe c’è il passaggio al deposito con modalità esclusivamente telematiche degli atti di Procura e tribunale.
La riforma è stata introdotta con un decreto del 27 dicembre ed è entrata in vigore il primo gennaio. Da questa mattina, con la ripresa a pieno regime delle udienze, il sistema sarà sottoposto allo stress test più significativo.
«Ma già in questi primi giorni sono emerse gravi difficoltà nel funzionamento dell’applicativo e nella gestione del nuovo sistema. Da parte nostra c’è la massima disponibilità, ma le criticità sono oggettive e l’architettura del sistema presenta problemi strutturali», sottolinea il procuratore generale Aldo Policastro.
Il pg ha convocato per domani, mercoledì 8 gennaio, una riunione con i procuratori della Repubblica del distretto allo scopo di esaminare la situazione e valutare le criticità. Oltre a Nicola Gratteri, che guida i pm di Napoli, ci saranno i dirigenti delle Procure di Nola, Marco Del Gaudio, Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, Santa Maria Capua Vetere, Pierpaolo Bruni, Avellino, Domenico Airoma e Benevento, Gianfranco Scarfò. Nel 2024, il “binario telematico” era obbligatorio solo per le richieste di archiviazione del pubblico ministero.
«E non erano mancati gravi disagi», ricorda il pg Policastro. Adesso deve viaggiare on line tutta la documentazione relativa all’esercizio dell’azione penale, agli atti delle udienze preliminari e del dibattimento
«Le modalità operative sono state indicate solo il 31 dicembre – afferma la presidente dell’Anm Curatoli – si parte senza alcuna sperimentazione possibile perché l’app è stata adeguata nell’ultimo mese. Non è eccessivo parlare di rischio paralisi, gli atti da depositare saranno tantissimi e gli uffici non sono in grado di reggere l’urto».
Secondo la pm Curatoli «i problemi principali si registreranno in tribunale: la maggior parte delle aule non è cablata, non esistono postazioni da dove pm e difensori possano scambiare gli atti in udienza. Questo significa che chi deposita un documento non ha la possibilità di farlo visionare telematicamente all’altra parte». Ma non è solo un problema di strumentazione.
«Nei tribunali – argomenta la presidente Curatoli – si stanno rilevando malfunzionamenti del sistema. Ci segnalano moltissimi casi di errore. E nessuno, né tra il personale amministrativo, né tra i magistrati, è stato adeguatamente formato per confrontarsi con questo nuovo mondo. Nell’anno appena trascorso, quando l’obbligo del deposito telematico era solo per le richieste di archiviazione, si sono resi necessari diversi mesi per poter andare a regime. Adesso ci ritroviamo con atti che riguardano provvedimenti con termini di prescrizione da rispettare e processi da celebrare. Il contraccolpo sarà inevitabilmente molto pesante».
Nei giorni scorsi anche la giunta esecutiva centrale dell’Anm e il Csm avevano messo in guardia sui rischi collegati all’entrata in vigore della rivoluzione telematica del processo penale. «Che ne sarà della gestione di un’udienza dibattimentale, di una richiesta di patteggiamento o di una lista testimoniale, qualora il deposito telematico non funzionasse?», si chiedeva il “parlamentino” nazionale dell’Associazione magistrati.
«Tutte le segnalazioni invece sono rimaste inascoltate. Il ministero della Giustizia – ragiona la pm Curatoli – avrebbe dovuto prevedere una sperimentazione del sistema e una proroga della sua entrata in vigore per evitare disagi. È necessario dotare le aule della strumentazione telematica indispensabile per depositare, condividere e leggere atti durante le udienze. Come magistrati assicuriamo sempre la massima apertura – conclude la presidente dell’Anm – ma le difficoltà sono oggettive e sarà impossibile non tenerne conto».