Nel 2002 Elisa Claps era sparita già da nove anni. Nove anni di buio, di straziante dolore, di “tempo sospeso”: lo stesso che vivono le numerose famiglie delle persone scomparse in Italia. Fu allora che Gildo Claps, fratello di Elisa, insieme a don Marcello Cozzi, referente di Libera in Basilicata, fondarono Penelope, l’associazione che tutt’oggi sostiene le famiglie e gli amici delle persone scomparse, prestando assistenza legale e psicologica, oltre che umana.
A vent’anni dalla nascita dell’associazione, le famiglie di Penelope si sono riunite per la prima volta laddove tutto è cominciato, a Potenza. Prima un momento di incontro nella galleria civica con le istituzioni, poi la lettura dei nomi degli scomparsi davanti al Municipio e per finire un omaggio a Elisa insieme alla mamma, Filomena Iemma, davanti alla chiesa della Trinità nel cui sottotetto, 17 anni dopo la sua scomparsa, avvenuta il 12 settembre del 1993, è stato ritrovato il corpo della sedicenne. Per il suo omicidio è stato condannato all’ergastolo Danilo Restivo.
“Il 9 dicembre del 2002 nasceva questo esercito di volontari del bene – ha detto il presidente di Penelope, Nicodemo Gentile – sempre accanto a chi precipita nel limbo dell’attesa, nel gorgo buio della scomparsa, che ha nel tempo consentito di sostenere e di aiutare, sempre da vicino, mettendoci la faccia e sporcandosi le mani, tanti familiari in bilico. Da Potenza siamo partiti e oggi ci ritorniamo perché Elisa diventi l’emblema degli scomparsi e questo grazie al progetto, al dolore e al sacrificio di Gildo e della sua famiglia. I fondatori dell’associazione erano 22, ora siamo in 20 regioni e ciò significa che questo è un problema enorme e che va affrontato in maniera evoluta”.
In Basilicata, secondo i dati comunicati dalla prefettura ed elaborati dal governo, a oggi sono 91 le persone scomparse, dato che colloca la regione al quarto posto dopo Molise, Calabria e Sicilia.
Il numero complessivo regionale è di 127 denunce di scomparsa, 36 i ritrovamenti (28,34%). Solo nel il primo semestre 2022 le denunce sono state 74, con 22 ritrovamenti (29,73%).
La tempestività, delle denunce quanto delle ricerche, è un fattore determinante. Lo ha ricordato il prefetto di Potenza, Michele Campanaro, e lo ha ribadito Penelope che da Potenza ha rinnovato le richieste avanzate da tempo: “L’effettività della banca dati del Dna, un protocollo omogeneo per le ricerche nazionali e il sostegno psicologico ed economico per le famiglie”.