Antonio Piccirillo si era distinto per essersi dissociato dalle attività criminali del padre Rosario, detenuto ed elemento di spicco della camorra napoletana, in particolare della zona della “Torretta”: entrambi sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Napoli con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Napoli su richiesta della Dda (pm Mariangela Magariello e Celeste Carrano).
Sono accusati di avere avanzato richieste estorsive nei confronti di imprenditori che gestivano gli ormeggi per le imbarcazioni da diporto presso i moli di Mergellina. E tra le vittime figurano anche la “tiktoker” Rita De Crescenzo e suo marito destinatari di una richiesta estorsiva di qualche migliaio di euro: il compagno della De Crescenzo, gestiva alcuni ormeggi.
Antonio Piccirillo si sarebbe presentato alle vittime come emissario del padre e le avrebbe anche minacciate pretendendo la gestione in esclusiva di alcune “boe” per l’ormeggio e, in alcuni casi, anche l’assunzione di personale compiacente.
Sarebbe stata pretesa anche la gestione monopolistica di alcuni natanti ormeggiati nei campi boe delle vittime, e destinati al noleggio.
Negli ultimi anni Piccirillo junior era assurto agli onori delle cronache per la sua partecipazione a manifestazioni anti-camorra in occasione delle quali diceva di dissociarsi dagli ambienti della criminalità organizzata, rinnegando anche la figura del padre camorrista. Nel maggio del 2019 prese parte a un sit-in anticamorra organizzato dopo il ferimento della piccola Noemi, la bimba di 4 anni colpita insieme con la nonna in piazza Nazionale, a Napoli, durante un agguato di camorra tra la folla. Nel 2021 è stato pure candidato come consigliere di municipalità alle elezioni amministrative a Napoli.