Visti i risultati, forse il pavimento antico sarebbe tato meglio lasciarlo sepolto. Sì perché quella striscia di strada medievale (o addirittura romana) a vico San Nicola a Nilo, è ormai ricettacolo di rifiuti, ovviamente sversati illecitamente. “Ogni giorno troviamo cocci, bottiglie, addirittura pannolini: è veramente una vergogna”.
A parlare è Elena Ricciardi, volontaria della sede napoletana della Comunità di Sant’Egidio, all’interno della chiesa di San Pietro Martire. Siamo in piena zona decumani e la donna, assieme alle colleghe Tiziana Volpe ed Emilia Santangelo, denuncia a Repubblica lo stato pietoso del vicoletto adiacente l’edificio: “Non sappiamo più come fare – afferma– Fino a poco tempo fa pulivamo noi la stradina, ora però la situazione è insostenibile”.
Insostenibile soprattutto in questo periodo, dove all’interno della chiesa si concentrano più persone per il “Mercasolidale”, mercatino (aperto tutti i giorni) i cui proventi sono destinati a sostenere gli “invisibili” della città. Tutto comincia nel 2020: dei normali lavori nel vicolo, portano alla luce la pavimentazione secolare. È realizzata in “opus spicatum”, ossia con pietre incastrate a lisca di pesce. Soprintendenza e Comune hanno provveduto a tutelare l’area con un piccolo recinto: “Una specie di balaustra – spiega Elena – che però, al posto di proteggere il camminamento, l’ha esposto a vandali”. Lo spazio è ormai invaso continuamente da rifiuti. A nulla sono valsi gli appelli ad Asia. “Li abbiamo contattati più volte – aggiunge Tiziana – Ma ci hanno detto che non è di loro competenza, poiché si tratterebbe di intervenire su un bene culturale: tutto ricade sul Comune”.
Una risposta simile è stata data anche per il mancato intervento delle mura greche di piazza Bellini, ormai vituperate da anni. “Abbiamo contattato pure la municipalità e l’assessore all’Igiene urbana Santagada: ci ha garantito un intervento, ma, ad oggi, non si è mai verificato. Eppure, siamo nel centro di Napoli davanti ad un sito culturale che potrebbe attirare turisti e guide, invece ci troviamo a combattere con l’inciviltà e l’incuria”.