È partita dalle 16 da piazza Garibaldi la manifestazione “Sfiduciamo il governo Meloni: siamo contro il Ddl 1660”. Oltre 500 i partecipanti secondo gli organizzatori. Il corteo muoverà i passi fino alla Prefettura in piazza del Plebiscito per protestare contro il disegno di legge sulla sicurezza e, al contempo, contro le zone rosse e il modello Caivano in adesione alla mobilitazione nazionale in scena a Roma, Milano e altre città. La marcia è convocata dagli attivisti del nodo campano della rete “A pieno regime – no ddl sicurezza”. In testa al corteo gli striscioni “No Ddl 1660, zone rosse e modello Caivano? Nessuna propaganda sulla nostra pelle” e “Balorda nostalgia del ventennio, no Ddl 1660”.
Due le azioni previste durante la marcia, entrambe a corso Umberto, una sotto la sede di Fratelli d’Italia, l’altra sotto l’università Federico II. Numerose le adesioni per il corteo di piazza Garibaldi da parte di comitati di base, collettivi, sindacati, centri sociali, associazioni e reti di cittadini. Nella parata sfilano bandiere e striscioni, tra gli altri, di Cgil Napoli e Campania, Stop Biocidio, Fridays For Future Napoli, Libera Campania, Coordinamento Kaos, Comitato Vele Scampia, Insurgencia, Mediterranea Saving Humans (Napoli), Comunità Palestinese della Campania e Ugs (Unione dei giovani di sinistra).
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“Il disegno di legge 1660 è ritenuto il più grave attacco allo stato di diritto dai tempi della Seconda guerra mondiale – è scritto in una nota della rete di attivisti – Già sabato primo febbraio ci siamo riuniti a Scampia, in centinaia, in uno dei luoghi più complessi d’Europa, per dire chiaramente che crediamo che il disegno di legge a firma di Piantedosi e Nordio vada fermato con ogni mezzo necessario. Questo progetto è il manifesto ideologico dell’esecutivo Meloni, lo stesso che non rinnega e anzi rivendica il proprio passato fascista, lo stesso governo che senza alcuna vergogna riaccompagna a casa col volo di Stato torturatori come Al-Masri”.
I temi della manifestazione sono numerosi e toccano anche l’istituzione delle zone rosse e il modello Caivano. Il modello sulla sicurezza proposto dal nodo campano della rete Apr si rifà invece alle esperienze di Scampia e Quarticciolo, “luoghi dove welfare, diritti, salute e sport sono emersi dal basso imposti da chi i quartieri li vive conoscendone a menadito le esigenze: non ci servono telecamere, taser, posti di blocco e pene sovrastimate per silenziare il dissenso né tanto meno rispostine precotte che invisibilizzano le nostre necessità”.