Botta e risposta a distanza tra Giorgia Meloni e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il nuovo scontro parte dalla Camera dove la premier replica al figlio per colpire il padre: «Secondo me si configura come danno erariale il fatto che un presidente di regione spenda migliaia di euro per comprarsi una pagina di giornale per dirsi da solo quanto è bravo, non il protocollo sull’Albania» dice la presidente del Consiglio rispondendo al deputato del Pd, Piero De Luca, figlio del presidente della Regione che aveva parlato di «danno erariale» a proposito dell’intesa con Tirana sui centri per gli immigrati. Meloni fa riferimento alla campagna organizzata dal governatore campano per pubblicizzare quanto sostiene di aver fatto in questi anni e che si intreccia con la sua decisione di candidarsi per il terzo mandato, nonostante le polemiche e il no dei vertici nazionali del Pd.
Alle proteste che si sollevano in Aula, Meloni aggiunge che “se vuole possiamo parlare dei manifesti pagati sempre coi soldi dei cittadini, temo coi fondi di coesione, per dire che il governo affama il Sud”.
Nella sua replica Vincenzo De Luca si affida al sarcasmo e pubblica sui social un post di risposta alla premier: “Formidabile performance dell’onorevole Meloni in Parlamento: duro attacco a un presidente di Regione che ha osato, con una comunicazione istituzionale prevista per legge, informare i suoi concittadini della sua azione di governo, facendo parlare i numeri. Ringraziamo per il forte rilancio comunicativo delle eccellenze regionali. Contiamo su una analoga attenzione anche sulle ulteriori cento eccellenze di cui sarà data puntuale comunicazione”.
Il botta e risposta è partito dall’intervento di Piero De Luca in aula che ha bollato i Cpr e l’hot spot per migranti in Albania come “il più clamoroso danno erariale che la storia ricordi, soldi sottratti a scuola e sanità”. Il deputato del Pd ha attaccato la premier aggiungendo che a suo giudizio “l’intesa con l’Albania è il simbolo del vostro fallimento in Italia ed in Europa. L’accordo è innanzi tutto disumano, viola i diritti fondamentali, poi è un accordo inutile perché riguarderebbe al massimo 36000 persone a fronte di 160.000 arrivi nel solo 2023. Ma questo accordo è anche inefficace”. Per De Luca jr ci saranno “costi esorbitanti” e “soldi buttati a mare solo per piantare una bandierina ideologica”.
