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Marittimo morto a bordo della nave a Napoli, interrogati i colleghi: “Gaspare era contento, doveva tornare a casa dopo due mesi di navigazione”

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Avrebbe dovuto sbarcare oggi e tornare a casa e invece, poco più di 24 ore prima, Gaspare Davì, marittimo in servizio sulla nave Antares della Gnv (Grandi Navi Veloci) diretta a Palermo, attraccata al porto di Napoli, ha trovato la morte. La tragedia, sabato sera alle 19,50. Durante le manovre di un mezzo pesante, Davì, marinaio di bordo, stava ultimando le operazioni di carico, la nave stava per chiudere il portellone e salpare, quando qualcosa è andato storto.

Per circostanze ancora da accertare, il marittimo è rimasto schiacciato da un carrello, un mezzo pesante utilizzato nella movimentazione della merce, mentre si stava posizionando un semirimorchio. Il lavoratore è morto sul colpo.

Sul posto, la Guardia costiera, carabinieri e polizia. Interrogati l’autista del mezzo pesante e il collega del marinaio scomparso. Ora indaga la Procura. «Fermate la strage» avvertono i sindacati, mentre Cgil e Uil annuncia 4 ore di sciopero l’11 aprile e una manifestazione il 20 aprile a piazza del Popolo a Roma su salute e sicurezza sul lavoro.

Davì, trapanese, 45 anni, lascia la moglie e due figlie piccole. Sgomento a bordo dopo l’incidente, la nave è salpata con 8 ore di ritardo, alle 4 del mattino di ieri. «In quei momenti basta una frazione di secondo, un nulla e può succedere la tragedia – racconta, ancora sconvolto, un membro dell’equipaggio, appena arrivato a Palermo – magari chi guida il mezzo non ha una visuale totale e procede a marcia indietro, sono attimi di concitazione, soprattutto quando le operazioni si stanno concludendo. Gaspare era contento perché, dopo due mesi di navigazione doveva tornare a casa, non vedeva l’ora di riabbracciare le sue bambine».

Raffaele Formisano, ispettore marittimo della Itf (Federazione internazionale trasporti), è arrivato poco dopo l’incidente sul posto: «Conoscevo bene il camionista che l’ha investito involontariamente, un professionista di esperienza ma dopo una giornata di lavoro, alla fine, l’ultimo carico è il più pericoloso, magari la stanchezza, le condizioni in cui si lavora… purtroppo non è la prima volta che succede, le responsabilità saranno accertate dalla magistratura ma come sindacato Fit Cisl, assieme ai colleghi, possiamo chiedere di intensificare con urgenza i controlli e la formazione del personale».

La società Gnv ha espresso cordoglio, unendosi al dolore dei familiari del membro dell’equipaggio, vittima dell’incidente e ha manifestato loro la massima vicinanza e supporto, garantendo collaborazione con le autorità per chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto. Numerose le manifestazioni di solidarietà. «Non ci può essere business senza la tutela della sicurezza sul lavoro – commenta il presidente dell’Autorità di sistema portuale (AdSP) del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata – sollecitiamo tutti, sempre, alla massima attenzione sui luoghi di lavoro. Siamo vicini alla famiglia». Cgil e Uil annunciano un aprile di lotta. «Ormai è una situazione non più sostenibile – spiega Nicola Ricci, segretario generale Cgil Napoli e Campania – In Italia quest’anno stiamo registrando morti sul lavoro quasi ogni giorno, una media che pone anche la nostra regione tra le prime in Italia per numero di morti sul lavoro. Il governo deve intervenire con misure concrete e urgenti per fermare questa strage». «Un’altra vittima, un altro operaio morto a soli 45 anni mentre era a lavoro – commenta Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Napoli e Campania, questa è una strage che va fermata! L’indignazione non basta servono azioni forti, il governo ci ascolti. Servono più ispettori e controlli, serve frenare le gare al ribasso e i sub appalti. Serve una procura speciale per gli incidenti sul lavoro, per tutelare la vita delle persone. Perché la morte sul lavoro non è semplice fatalità, ma è un vero e proprio omicidio».

Si dice stanco di parole inutili il segretario generale Fit Cisl Campania Alfonso Langella e chiede pene più severe: «Servono norme efficaci e formazione. Le istituzioni intervengano, fermiamo questa ondata di tragiche morti. Le norme relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro evidentemente non sono sufficienti o adeguate. Non possiamo definirci un Paese civile se un lavoratore rischia ogni giorno di perdere la vita in questo modo». Angelo Lustro, segretario generale Filt Cgil Campania parla di tensione «tra i portuali e marittimi di Napoli. Bisogna agire subito. È inaccettabile che un giovane possa morire mentre compie il proprio dovere, perché lavoro non deve significare morte».

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/03/25/news/marittimo_morto_napoli_inchiesta_interrogati_colleghi-422366941/?rss

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