Se sei amico di tutti non lo sei di nessuno. Amico è parola da maneggiare con discrezione e certo non sarà l’epoca di facebook a trasformare una perla preziosa in mangime per porci. Non vale per conoscente, tantomeno per seguace o simpatizzante, né per fautore o alleato, è tutto questo, tutto insieme, tutto di più.
Le parole sono scrigni che conservano significati, conoscerle, interpretarle, possederne il senso costringe i suoni, le lettere ad indirizzare gli avvenimenti, a darne colore, profondità, a compiere miracoli che permettono ad una vibrazione vocale, ad una serie di lettere tenute insieme di essere collegate ad un volto, ad una storia. Nomina sunt symbola rerum dicevano gli antichi, le parole danno significato ai fatti, li creano perfino, come nell’atto primo il Padreterno dal nulla diede vita al mondo e chiese all’uomo di cooperare con lui all’atto creatore dando nome ad ogni essere vivente.
Amico è nome speciale, unico della specie che sfugge all’imitazione dei sinonimi, di quelli che raccontano di vaga conoscenza per tuffarsi nel mare dei significati profondi che radicano nell’amore il verso, nella sincerità lo scambio, nel rispetto e nella stima il fondamento, nella disponibilità e nello scambio reciproco la relazione.
Non un sentimento escludente ed esclusivo come per un coniuge, un partner della vita, ma neppure così liberale da poter essere concesso con facilità a chiunque lo chieda, a chiunque cerchi ingresso nella tua vita senza un percorso condiviso, sofferto, gioito, che non si inventa a tavolino o su una pagina social. Amicizia è conoscenza che si scambia, è fedeltà che cementa, è complicità che riscalda, è libertà donata senz’altro chiedere che libertà donare.
Sentimento che supera il sentimento, difficile arte da apprendere alla scuola della sofferenza, della rinuncia, dell’ascolto, della pazienza, della semplice e pura gioia di stare insieme per il solo piacere di stare insieme. Inflazionato il nome, si contano amici di pagina a migliaia, di club, di spiaggia, di comitiva, di branco, di salotto, di sacrestia, di partito, ci si vanta di avere numerosi contatti in rete e si scopre la più malata delle solitudini che altro non racconta di surrogati venduti ad arte per fare della vita una finzione, dove perfino le immagini, le foto rubate all’illusione nascondono profili falsati per ubriacarsi di vite parallele, di macchine da presa sognate per un film da girare ogni volta che serve per interpretare una nuova parte e mai la storia vera della propria vita, mai la verità che libera. E quando l’illusione della rete si prolunga nella quotidianità del vivere, quando il confine tra il falso e il vero, l’apparente e il reale si mescolano, il distacco dalla realtà diventa mortale. Nessuno potrà dire amore senza mai aver amato, nessuno potrà dire mare senza aver mai nuotato, o casa senza mai averla abitata, nessuno saprà cosa significa un amico senza aver avuto mai la gioia, la fortuna di averlo avuto davvero. La nostra realtà quotidiana vive una profonda anemia di amicizia, una nostalgia di puro e semplice gratuito sentimento di scambio tra uguali che, potrà sembrare esagerato, depriva la vita sociale di uno dei suoi fondamenti aggregativi più esaltanti. La forma del vivere insieme non nasce solo dalle leggi o dal sentire uguale, ma da modelli alti di riferimento che fanno di un gruppo una realtà coesa perché parte di esso, oltre la convenienza dello stare, dalla necessità di partecipare, è cementata dall’affetto.
Non vi è speranza e gioia se non nelle relazioni umane che sanno dare significato all’umano, che sanno spartire da compagni il tratto di vita che è dato compiere per raggiungere la meta e per questo l’amico è speciale, se non unico, certamente non qualunque: ripeto, chi è amico di tutti non lo è di nessuno.
Lo si sceglie un amico, non è un fratello, una sorella che per nascita trovi in natura, meglio ancora, ti senti scelto per quello che sei, per come sei, comunque sei e la scelta è ricambiata, è ridonata, è sofferta e gioita insieme. Le parole sono ponti per legare diversi, scrigni di significati che danno valore all’esistere, che inventano fatti che vivono ogni volta che un nome è dato, attribuito, consegnato.
Amico nasconde nel nome l’amore che, per essere senza possesso alcuno, senza fisicità del sesso, senza responsabilità esaltante di partorire e custodire figli, senza promessa di eterno patto, senza compromesso di sociale sostanza, senza valore economico da spartire, senza convenienza da predisporre, libera il puro sentimento della gratuità che sola rende possibile il miracolo di essere sé stessi senza dover essere altro da quello che si è. Amico è parola seria da usare con discrezione, ne basta uno, vero, leale per trovare un tesoro, l’inflazione si trasforma ovviamente in svalutazione.