Giovanni Lepre
economista

La notizia più bella, naturalmente, è che alcune bambine ferite a seguito del crollo del ballatoio sono state dichiarate fuori pericolo. Ma non va trascurato un altro episodio, verificatosi nei giorni scorsi, che apre il cuore alla speranza.

Le famiglie che avevano occupato degli spazi del nuovo complesso universitario di Scampia, a seguito della tragedia e dell’abbandono forzato delle loro case, hanno accettato di abbandonare il loro ‘accampamento’ improvvisato nell’università, rispondendo pacificamente all’invito di Prefettura e Amministrazione comunale.

È stata davvero encomiabile la nuova sinergia realizzatasi tra Comune e Governo, con entrambe le istituzioni che hanno stanziato un importo per facilitare le famiglie alla ricerca di un nuovo alloggio. Ed è fondamentale che l’Università, uno dei cuori pulsanti della nuova Scampia, quella del riscatto gradualmente avviato da qualche anno, possa riprendere regolarmente tra poche settimane l’attività accademica.

A chi, specie se di età maggiore di 50 anni, dovesse ritenere di poco conto o del tutto scontato l’esodo pacifico delle famiglie dall’università di Scampia, imputiamo quanto meno scarsa memoria. Basta raffrontare i fatti dei giorni scorsi alla annosa occupazione abusiva di alloggi post sisma del 1980 da parte di nuclei familiari spesso vicini alla criminalità, per capire la svolta civile verificatasi dopo quasi mezzo secolo nei comportamenti di persone e, perché non dirlo? Delle Istituzioni, oggi molto più vigili e collaborative tra loro di quanto non lo fossero state a quei tempi.