Giovanni Lepre
economista
Ho sempre combattuto la malaburocrazia, affermando che è il vero cancro dell’Italia. Dal fisco vessatorio e non dialogante con i contribuenti agli sportelli pubblici che per rispondere alle richieste delle imprese impiegano mesi, se non anni, il travaglio per chi lavora e per i cittadini che a qualsiasi titolo si trovano di fronte a certi muri è davvero intollerabile.
Ma va riconosciuto a questo Governo, e al Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, di avere avviato concretamente una svolta positiva.
Innanzitutto, provvedendo a rinfoltire e a modernizzare e ringiovanire i ranghi di una macchina amministrativa vetusta e sottodimensionata.
Tra il 2023 e il 2025 saranno circa mezzo milione le assunzioni nella PA. Si tratta di giovani con competenze digitali in grado di governare i nuovi processi produttivi, assolutamente indispensabili per conferire maggiore qualità e celerità all’attività ammnistrativa e alla gestione dei servizi pubblici.
Il tempo ci dirà se il risultato sarà pari alle attese, ma le premesse sono più che incoraggianti. Basti pensare alla tempistica per i concorsi, ridottasi drasticamente. Prima, per espletarne uno occorrevano 780 giorni, per i recenti concorsi ne sono stati sufficienti 180.
E allora, forza Zangrillo! Speriamo davvero che, tra un paio d’anni, la malaburocrazia sia destinata a diventare soltanto un angoscioso ricordo.