Non è la prima volta per Francesco Maria Navelli, che ha appena compiuto 21 anni, tenere un concerto nella Chiesa evangelica di via Carlo Poerio. Domani sera, alle 20,30, suonerà musiche di Beethoven e Rachmaninov.
Un enfant prodige che a 6 anni inizia a cimentarsi con il pianoforte in un excursus da cui mieterà successi di critica e pubblico. Non scontato però, nonostante la fortuna di essere nato in una famiglia di musicisti (il padre Giuseppe violinista del San Carlo e il fratello Davide violista a Vienna).
Il filo conduttore di Francesco, allievo di Benedetto Lupo all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, è un’intensa attività solistica in Italia: Emilia-Romagna Festival, Milano (Società del Quartetto) e all’estero: Madrid e Leon in Spagna, poi Varsavia, Istanbul e Orlando in Florida. Nel 2019 viene premiato al concorso internazionale per piano e orchestra “Città di Cantù”. Domani si esibirà da solista, ma spesso suona in duo: “viola-pianoforte” col fratello e violoncello-piano con la 19enne Eleonora Testa.
Nel curriculum figura l’ammissione a 13 anni all’Accademia pianistica internazionale “Incontri col Maestro” di Imola che poi, nel 2018, lo selezionerà tra i migliori giovani pianisti.
Ma a tenere banco sono pure i tanti recital a cui partecipa in Italia: Milano, Rovereto, Pescara “Associazione Mozart Italia” e anche qui a Napoli, per la rassegna “Concerti in terrazza” organizzata dal San Carlo. E infine, sarà anche celebrato da “L’ape musicale”, la rivista del settore che di Navelli scrive: «Un pianista che dimostra sangue freddo encomiabile, autocontrollo e sensibilità, con un’esemplare capacità di infiammarsi al momento giusto e un’invidiabile cura della tensione musicale»