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Firenze, l’ombra dell’ineleggibilità per Schmidt

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ROMA — Espugnare Firenze, per il centrodestra, sembra essere diventata una delle missioni della vita. Quella in grado di spostare il piatto della bilancia sulla vittoria alle prossime amministrative.

Per centrare l’obiettivo, i due titolari del dossier — il ministro Gennaro Sangiuliano e Giovanni Donzelli, numero 2 di FdI — hanno individuato per il soglio di Palazzo Vecchio un tedesco, ancorché naturalizzato italiano: Eike Schmidt, per otto anni direttore degli Uffizi, da metà gennaio traslocato alla guida del Museo di Capodimonte. Peccato solo che lo storico dell’arte, secondo il Testo unico degli enti locali, potrebbe non essere eleggibile. Un rischio già avvistato in Via della Scrofa, tanto da spingere il titolare della Cultura a mettere le mani avanti: «Schmidt? Tutti hanno il diritto di candidarsi», ha risposto qualche giorno fa Sangiuliano in trasferta nel capoluogo toscano, sciorinando una serie di precedenti che tuttavia poco hanno a che fare con il caso di specie.

La questione è giuridica, ma pure controversa: offre cioè un pertugio in cui gli sponsor del manager teutonico sono pronti a infilarsi per piegare le norme vigenti al loro disegno. In base all’articolo 60 del Tuel, infatti, non può concorrere alla carica di sindaco chi in un’amministrazione dello Stato svolge, fra le altre, «funzioni di direttore generale o equiparate». Esattamente quelle che l’uomo di Friburgo esercita ormai da anni sul suolo patrio. Legge alla mano, per far cessare la causa di ineleggibilità, Schmidt dovrebbe quindi dimettersi, essere revocato dall’incarico o collocato in aspettativa non retribuita «non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature», ovvero entro un mese dalla data delle elezioni. Ma se le prime due ipotesi sono considerate irricevibili — se sconfitto l’aspirante primo cittadino perderebbe tutto — la terza è invece ritenuta praticabile. A pena, però, di un’evidente forzatura.

Eike Schmidt, da Firenze a Capodimonte: “Felice di essere qui”

Secondo la giurisprudenza, l’aspettativa non può essere concessa in presenza di un incarico a termine. Principio che, calato su Schmidt, assume contorni paradossali: se il direttore di Capodimonte vincesse le comunali a Firenze, infatti, il posto al vertice del museo partenopeo verrebbe congelato per un tempo superiore alla durata (quadriennale) del suo contratto. Oltre al fatto che il ministero della Cultura dovrebbe nominare un altro direttore a Napoli (senza sapere quanto durerà) e motivare perché si conserva la poltrona per Schmitdt fuori tempo massimo. Una manovra ad personam. Necessaria per espugnare uno dei pochi fortini mai conquistati dalla destra.

Fonte: https://firenze.repubblica.it/cronaca/2024/03/21/news/schmidt_candidato_sindaco_firenze_museo_capodimonte-422347180/?rss

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