Amava Bach, suonava il corno per la “Orchestra Scarlatti Young” e aveva mille progetti per il futuro, Giovambattista Cutolo, detto Giogiò, promettente musicista di 24 anni ucciso a sangue freddo da un minorenne in pieno centro di Napoli. «Mio figlio era un ragazzo che generava bellezza intorno a sé, era una persona con una cifra emotiva, intellettuale e di coscienza elevatissima», lo ricorda la mamma, Daniela Di Maggio, che dal palco del teatro Ariston del Festival di Sanremo rilancia la sua richiesta di giustizia e di pene più severe per i minori che si macchiano di reati gravi.
Il delitto. La vita e i sogni di Giogiò vengono spezzati la sera del 31 agosto 2023. Il musicista è con gli amici per trascorrere la serata quando, in piazza Municipio, all’esterno di un pub, la comitiva viene coinvolta sua malgrado in un diverbio con altri ragazzi per un motorino parcheggiato male. La discussione sembra concludersi senza conseguenze. Invece, una volta all’interno del locale, la situazione degenera. Il gruppo di Giogiò viene prima provocato e poi aggredito. Sui capelli di uno degli amici del 24enne viene svuotato un barattolo di maionese, poi gli altri cominciano a picchiare. Cutolo interviene, li invita a smetterla: «Ma che fate, finitela». Ma per tutta risposta viene colpito con uno sgabello. A quel punto sta per uscire quando un diciassettenne estrae una pistola e gli spara tre colpi a bruciapelo, uccidendolo.
La medaglia d’oro. Il delitto «ha toccato l’Italia intera, non solo Napoli», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando, al Quirinale, ha incontrato i genitori di Giogiò. Alla memoria di Cutolo è stata conferita la medaglia d’oro al valor civile con questa motivazione: «Interveniva durante un violento litigio per proteggere un amico aggredito da un gruppo di malviventi i quali, per ritorsione, lo colpivano con tre colpi d’arma da fuoco».
«Ecco, in queste fredde, burocratiche, parole c’è tutto l’insegnamento che ci lascia Giogiò», ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi il primo dicembre scorso quando, nel corso di una cerimonia carica di emozione, ha consegnato il riconoscimento ai genitori del 24enne. E ha aggiunto: «Questa vicenda mi ha segnato particolarmente. La parte sana di questa città deve trarre insegnamento da questa vicenda e non girarsi mai dall’altra parte, proprio come ha fatto Giogò».
Mamma Daniela. Da quando suo figlio è stato ammazzato, mamma Daniela chiede norme più severe, soprattutto nei confronti dei minorenni che si macchiano di reati gravi. «Se un ragazzino si comporta come un adulto e uccide una persona, deve avere ricevere la sanzione adeguata. E’ il tempo della punizione, non del perdono», ha detto in questi mesi durante i quali ha più volte invitato la città alla mobilitazione, organizzando anche una manifestazione tenuta a Roma il 9 ottobre scorso
Il processo. Il 17enne accusato di aver sparato a Giogiò Cutolo è detenuto in un carcere minorile della Calabria. Alla fine del 2023 il giudice ha limitato la possibilità di effettuare colloqui dall’istituto dove il ragazzo è recluso a seguito di alcuni messaggi social postati da una sua familiare. Nei suoi confronti è stato il disposto il giudizio immediato. La difesa, rappresentata dall’avvocato Davide Piccirillo, ha chiesto il rito abbreviato. L’udienza è fissata per il 19 marzo davanti al giudice Umberto Lucarelli. In quella sede i magistrati decideranno anche su un’altra istanza del suo legale: la richiesta di messa alla prova, l’istituto previsto dalla legislazione minorile che consente l’estinzione del reato in caso di esito positivo di un periodo di rieducazione seguito dai servizi sociali.
Sulla vicenda è aperta anche un’inchiesta della Procura ordinaria: il pm Danilo De Simone ha iscritto nel registro degli indagati, a piede libero, per concorso in omicidio i due maggiorenni, di 22 e 28 anni, che erano con il diciassettenne al momento dell’omicidio. Agli inizi di gennaio uno dei due è stato arrestato a Barcellona perché coinvolto in un’indagine dell’autorità giudiziaria spagnola.