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Era stato assolto, ma per sbaglio gli viene comunicato esattamente il contrario e così finisce in cella, lontano dalla moglie e dai suoi figli, per circa un mese.
Una trentina giorni di ingiusta detenzione, scoperti solo quando ormai era libero, leggendo le motivazioni del pronunciamento della Cassazione nelle quali si parlava di accoglimento – e non di rigetto – del suo ricorso, come invece lui e il suo avvocato si aspettavano.