
Restituire gli avvenimenti e i protagonisti delle Quattro Giornate alla grandezza che meritano nel panorama storico e culturale nazionale ed europeo, riscrivendo la narrazione della marginalità del Sud e del suo antifascismo negli eventi politici che caratterizzarono la Seconda Guerra mondiale, contrastando lo stereotipo di un Sud arretrato civilmente e culturalmente, sottomesso e disponibile a ogni dominio e compromesso, incapace di farsi da sé la propria storia.
È questo l’obiettivo del numero speciale de “La Provincia di Napoli – Le Quattro Giornate di Napoli 28 settembre – 1° ottobre 1943”, che sarà presentato domani, martedì, 29 aprile, alle ore 16.30, nella prestigiosa sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Via Monte di Dio a Napoli. Questo importante lavoro editoriale, nato dalla sinergia tra la Città Metropolitana di Napoli, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e l’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea “Vera Lombardi”, curato da Guido D’Agostino e Silvio de Majo per i tipi de La Valle del Tempo, chiude la trilogia dedicata alle rivoluzioni che hanno plasmato la storia di Napoli.
Si realizza così il sogno dell’avvocato Gerardo Marotta, che dell’Istituto per gli Studi Filosofici è il compianto fondatore, un auspicio lungamente coltivato insieme con l’allora Provincia di Napoli oggi Città Metropolitana, di raccogliere in una forma editoriale unitaria le tre fondamentali stagioni rivoluzionarie che hanno plasmato l’anima e il destino di Napoli. Dopo la rivoluzione napoletana del 1799 e i moti del 1848, questa pubblicazione si concentra sull’epopea delle Quattro Giornate del 1943, eroica ribellione popolare contro l’occupazione nazista e cruciale episodio della Resistenza italiana.
Un evento che, come sottolinea il Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi, “brilla come un faro nella storia della nostra città e dell’intera nazione, che ha visto il popolo napoletano, con coraggio e determinazione, ribellarsi all’occupazione nazista, scrivendo una delle pagine più eroiche della Resistenza. Questo volume, frutto di un’indagine storica rigorosa e di un profondo impegno civile – per il quale ringrazio i due Istituti per l’encomiabile lavoro svolto, oltre che la Presidenza della Repubblica per l’attenzione dimostrata – ripercorre quei giorni di lotta e di speranza, restituendo alla memoria collettiva il valore di un’esperienza che deve trasmettere un messaggio, specie alle giovani generazioni: Napoli può e deve essere padrona del proprio destino”. “Napoli – evidenzia il primo cittadino – fu la prima tra le grandi città europee a insorgere, con successo, contro l’occupazione tedesca: quest’anno, nelle celebrazioni dei 2.500 anni dalla sua fondazione, il ricordo delle Quattro Giornate assume un significato ancora più profondo”. Alla conferenza stampa – che sarà moderata da Ottavio Ragone, responsabile della redazione de “la Repubblica Napoli” – interverranno, oltre al Sindaco Manfredi e ai curatori, Nino Daniele, Presidente dell’ANPI sezione Napoli centro, Arturo Martorelli dell’Istituto per gli Studi Filosofici e gli autori dei saggi contenuti nel volume. Il Volume Il testo analizza la storia delle Quattro Giornate sotto dieci diversi punti di vista, con studi basati sulla storiografia e su rigorose ricerche d’archivio: oltre a quelli dei curatori D’Agostino e de Majo, il volume ospita scritti di Bruno Amodeo, Giuseppe Aragno, Gaetano Barbarulo, Pasquale Borghese, Antonio Borrelli, Giulia Buffardi, Yvonne Carbonaro, Rosa Anna Conte, Gianluca D’Agostino, Andrea D’Angelo, Paolo De Marco, Mario Rovinello, Francesco Soverina, Paolo Speranza e Luigi Verolino.
Gli argomenti spaziano dall’idea di una continuità tra i tre momenti rivoluzionari al ruolo cruciale degli antifascisti, dal contrasto alle riletture revisionistiche all’analisi, effettuata per la prima volta, degli eventi attraverso documenti tedeschi, che rivelano la precisa cruenta volontà dei vertici della Wehrmacht, dall’atteggiamento degli ebrei napoletani al ruolo degli studenti come Adolfo Pansini fino alla critica del capolavoro cinematografico di Nanni Loy nel contesto del neorealismo italiano. Il volume si conclude con undici biografie di antifascisti napoletani che ebbero un ruolo significativo nelle Quattro Giornate, di estrazione sociale diversa e di dissimile formazione politica: dal socialista Federico Zvab ai comunisti Antonio Cafasso, Ciro Picardi, Gino Vittorio, Armando Dusatti; ex arditi delusi da D’Annunzio come Ezio Murolo, ex militari che al momento di fare la scelta con o contro i tedeschi e il nazismo non hanno dubbi (Luigi e Vincenzo Stimolo), ex combattenti nella guerra di Spagna (Biagio Carbonaro), uomini e donne del popolo (Maddalena Cerasuolo e Guglielmo Chianese, successivamente noto con il nome d’arte di Sergio Bruni: sì, l’artista che contribuì a fare grande la canzone napoletana). Il lavoro è pubblicato, significativamente, nella ricorrenza dell’80° anniversario della Liberazione.