Una lettera aperta al cuore di Capri, affidata alle vie dei social e diventata, in poche ore, immancabilmente virale. Così l’amaro sfogo di Anna Maria, cittadina caprese, alimenta un dibattito sui temi della civiltà e dell’integrazione sull’isola. “Scusate se mio figlio è autistico. – scrive la donna – Scusate se mio figlio non è ancora autonomo. Scusate se mio figlio non sa parlare spontaneamente. Scusate se chiedo che il posto auto per i disabili sia accessibile e non occupato h24. Scusate se abito a Marina Piccola e visti i servizi praticamente assenti sono costretta ad avere un’auto. Scusate se chiediamo insistentemente il sostegno scolastico vista la sua condizione. Scusate se chiediamo la presenza di un educatore a scuola, già presente ed a lui assegnato, ma che non possiamo avere perché non abbiamo l’insegnante di sostegno. Scusate se mio figlio vorrebbe partecipare alle attività, come la festa dell’accoglienza a scuola e invece viene lasciato in classe”.
E ancora: “Scusate se esiste un bambino autistico nell’isola della felicità, dove non abbiamo diritto a saltare la fila del bus, né quella al supermercato. Scusate se abbiamo addirittura l’ardire di chiedere quei diritti che, almeno sulla carta, ci spetterebbero. Scusate di tutto… ma ricordate che mio figlio non ha scelto e nemmeno noi. Non è colpa sua, ma la mancanza di empatia in questa società è davvero imbarazzante”. Infine, nota positiva, l’apprezzamento ai compagni di scuola di A., suo figlio: “Hanno un cuore grande, a loro in assoluto va il nostro ringraziamento”.
Del caso si sta interessando anche il sindaco di Capri, Paolo Falco: “Sentiremo la signora e indagheremo sulle ragioni del suo sfogo, Capri è un’isola da sempre votata all’inclusione”.
“Perché ho scritto quel post? Perché ritengo che solo con la denuncia pubblica dei diritti non riconosciuti si possa ottenere quanto ci spetti”, dice la donna a Repubblica.