“Si blocca il cammino dell’Autonomia, bisogna rivedere la legge Calderoli, ricominciare daccapo. È probabile che non se ne faccia più niente”. È la previsione di Vincenzo De Luca dopo la pronuncia della Corte costituzionale di ieri sul regionalismo differenziato.
“È probabile che questa pronuncia renda superato il referendum – continua il presidente della Regione nel corso della diretta Facebook del venerdì- ma su questo si esprimerà la Cassazione. Intanto la legge Calderoli è stata svuotata, smantellata in punti decisivi considerati anticostituzionali”.
Per De Luca “è una sentenza che ci dà modo di respirare in Italia. Veniamo da un anno di mobilitazioni, iniziative politiche di massa. La Regione Campania è stata all’avanguardia, la prima che ha fatto ricorso”.
Autonomia, De Luca: “La Consulta smantella impianto della legge Calderoli, difesa l’unità del Paese”
Il governatore ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “E’ una battaglia che abbiamo fatto in qualche caso da soli. Ringrazio centinaia di sindaci, amministratori, che hanno avuto il coraggio di combattere”.
Nel corso della diretta Fb viene mandato in onda il video della manifestazione a Roma del 16 febbraio scorso, voluta da De Luca, per rivendicare lo sblocco dei fondi di coesione e il no all’Autonomia. Nelle immagini compaiono anche gli eventi di questa estate al Nord – da Como, Verona, Bergamo a cui il presidente della Regione è stato invitato.
“Mi sono preoccupato di girare l’Italia al nord, sono andato a spiegare che l’Autonomia avrebbe danneggiato l’intero Paese”. Per il governatore la linea da portare avanti per “unire centri produttivi del nord e del sud” è burocrazia zero: “Anziché avventurarci su questo terreno scivoloso dell’Autonomia – spiega De Luca – concentriamoci su un programma di sburocratizzazione radicale che è quello che serve alle imprese, alle famiglie , ai ceti professionali”.
Il presidente ribadisce così la sua posizione sul regionalismo in salsa leghista: “Siamo per l’unità, contro le guerre di religione, non ci interessano le battaglie ideologiche. Ci sentiamo dentro la stessa storia e lo stesso destino con i nostri concittadini delle regioni del nord. Combattiamo su due fronti: contro l’Autonomia ma anche contro centralismo. Cioè contro il groviglio burocratico che soffoca il nostro paese”. E non risparmia una stoccata: “Dopo la pronuncia della Corte, gli amici delle regioni del Nord hanno mostrato soddisfazione, un atteggiamento patetico”.
