“Chi ha scelto di fare questo lavoro, non può permettersi nessun hobby. Dietro ogni indagine c’è tanto lavoro, sacrificio, fatica. Anche chi ti sta vicino ne risente e deve scegliere di sostenerti, altrimenti non ce la fai”. Il generale in pensione Pasquale Angelosanto, che fino al 2023 è stato comandante del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) ha raccontato alla Summer School di giornalismo investigativo di Casal di Principe, diretta da Luigi Ferraiuolo, “La fatica della lotta alle mafie”.
Angelosanto, intervistato dal giornalista Fabrizio Feo, ha ripercorso gli anni in cui, da capitano, ha combattuto la camorra e i suoi esponenti più feroci: Carmine Alfieri, Antonio Bardellino, Raffaele Cutolo e Lorenzo Nuvoletta. “C’erano più di cento morti al giorno – ha ricordato – e non c’era, invece, un metodo per combattere la camorra. Ci limitavamo a catturare i killer, ma non avevamo strumenti per capire il fenomeno. Allora ho cominciato a studiare il territorio e a capire che la camorra è pervasiva e pur non avendo una struttura piramidale, come la mafia, ha rapporti con la politica e con il potere”.
Angelosanto ha raccontato ai giornalisti della Summer School, tanti retroscena della cattura di Carmine Alfieri, del pentimento di Alfredo Galasso, ma ha anche raccontato della cattura di boss della ‘ndrangheta, e della cattura di Matteo Messina Denaro.
“Temevo che la notizia della visita prenotata dal boss alla clinica La Maddalena di Palermo potesse trapelare, facendo saltare la trappola che avevamo teso a Messina Denaro. Nemmeno mia moglie sapeva niente del blitz, anche se aveva intuito cosa stava avvenendo. Le ho detto solo: “Vado a Palermo”. Dietro quell’arresto c’è stato tanto lavoro, intuizioni e professionalità che abbiamo messo in campo”. Due ore intense di dibattito seguito con tanta attenzione anche da una classe del liceo Classico “Segrè” di San Cipriano di Aversa. Gli stessi che hanno seguito anche il focus sul “Caso Siani” moderato dal giornalista Franco Buononato, a cui hanno partecipato il Procuratore Generale di Potenza, Armando D’Alterio, all’epoca Pm dell’indagine sull’uccisione del giornalista Giancarlo Siani e due collaboratori di D’Alterio che seguirono le indagini: Giuseppe Auricchio e Armando Trojano.
“Ero un giovane magistrato a cui i miei collaboratori, già più esperti, dovettero spiegare molte cose. Fino a quando non scoprimmo chi erano i suoi killer e i mandanti, non volli parlare con la famiglia. Avevano già atteso troppi anni. Ora lo Stato doveva dare loro solo delle risposte”. La giornata è proseguita con la sessione su “Europa Parassita, Paradisi fiscali e riciclaggio in Europa”, moderata dal giornalista di Repubblica, Raffaele Sardo, di cui è stato protagonista Angelo Mincuzzi Caporedattore del quotidiano il Sole 24 ore, insieme al vice presidente di Confindustria Caserta, Alessandro Falco e Giuseppe Tallino redattore del quotidiano “Cronache di Caserta”. “I paradisi fiscali – ha sostenuto Angelo Mincuzzi – sono scelti sia dagli imprenditori, uomini d’affari, vip, grandi industrie, ma anche dalle mafie che hanno bisogno di riciclare i guadagni dei loro affari illeciti. I soldi che arrivano in quei luoghi, si mescolano e, come un bicchiere di acqua pulita in cui ne versi un altro di acqua sporca, poi non è più possibile distinguere gli uni dagli altri”.
A seguire il focus su “Comunicare nel mondo del sociale”, di cui sono stati protagonisti il presidente e il segretario nazionale dell’Ucsi, Vincenzo Varagona e Salvo Di Salvo, con Guido Pocobelli Ragosta della Rai; padre Doriano Vincenzo De Luca, vice direttore di Nuova Stagione; Antonio Pintauro e Salvatore D’Angelo degli Ucs di Acerra e Nola. e in chiusura “I re mida dello sport” con Angelo Mincuzzi intervistato da Lucio Bernardo. Domenica, ultima giornata di incontri, si parlerà tra le altre cose anche di beni confiscati e del loro recupero (Gianni Allucci, Elena Giordano e Vincenzo Caterino) ed è previsto anche l’intervista di Marisa Diana, sorella di don Peppe, a cura della giornalista Marilù Musto.