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Sono pochi e non ce la fanno. Sono i camici bianchi dei reparti di Anestesia e Rianimazione, costretti ad un surplus di lavoro e di responsabilità a causa di organici dimezzati e, per contro, stipendi non adeguati. E purtroppo non è cambiato nulla dai giorni dolorosi della pandemia. Un problema che non risparmia nessuna regione.
Per accendere i riflettori su una categoria sempre più in via di estinzione prende il via domani il primo corso in Italia di perfezionamento teorico-pratico in onco-anestesia organizzato dall’Istituto dei tumori di Napoli con il patrocinio della Scuola Superiore Meridionale.
Un corso, della durata di 9 mesi, che si propone di formare e perfezionare anestesisti altamente specializzati nella gestione peri-operatoria dei pazienti oncologici. Il programma didattico si articola in 11 lezioni teoriche in webinar (per un totale di 19 ore formative) e 5 giorni di attività pratica e sperimentale in sala operatoria presso il Pascale per un totale di 30 ore formative di training con 1 discente per sala. 37 gli iscritti, provenienti da ogni parte d’Italia.
«Le carenze di anestesisti-rianimatori a livello regionale corrispondono più o meno al numero di specialisti che in dieci anni vengono preparati e “sfornati” dalle nostre Scuole di specializzazione. – dice Arturo Cuomo, responsabile didattico del Corso e direttore della Struttura Complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica del Pascale – Ma fintanto che c’è stato il blocco delle assunzioni molti dei neo anestesisti-rianimatori sono emigrati in altre regioni o addirittura all’estero. Ora si riprende, ma i sacrifici che comporta questa specializzazione porta molti giovani a optare per altre branche mediche, meno faticose e più remunerative».
Da qui, dunque, l’esigenza di accendere i riflettori su una categoria che rischia di scomparire? . Il gold standard per l’onco-anestesia è minimizzare la morbidità peri-operatoria ed il dolore persistente postoperatorio in modo che i pazienti possano cominciare quanto prima le terapie postoperatorie previste per ridurre la metastatizzazione e la ricorrenza di malattia. E in letteratura i migliori risultati si ottengono in centri, come il Pascale, con un alto volume di prestazioni dove c’è un network di figure professionali abituate a trattare questo tipo di patologia. I tassi di mortalità e morbidità sono più bassi, con risultati oncologici migliori e sembra che questo trend sia evidente anche per la sopravvivenza a lungo termine.