All’età di 65 anni è scomparso il giornalista Maurizio Cerino, decano dei cronisti di nera e giudiziaria napoletani. Sposato, padre di due figli, laureato in Scienza della Comunicazione, dopo la gavetta a Napoli Notte era entrato al Mattino e in via Chiatamone aveva trascorso tutta la carriera: una vita intera passata a cercare notizie e raccontare storie senza mai perdere l’entusiasmo degli esordi: dalle notti maledette di Diego Armando Maradona alla riapertura del caso Siani, dalle stragi di camorra alla Tangentopoli. Senza orari, né giorni di riposo. Sempre in moto, con penna e taccuino in tasca
A chi non lo conosceva appariva burbero, ma bastava poco per andare oltre quella “maschera” dietro la quale nascondeva ironia, generosità, disponibilità verso i più giovani e uno spiccato talento per la musica, l’altra sua passione accanto al giornalismo.
Nel 1994 gli era stato assegnato il premio “Cronista dell’anno” per un’inchiesta sui risvolti delle indagini sulle tangenti nel settore farmaceutico. Era stato anche co-sceneggiatore del film del regista Marco Risi “Fortapasc” sull’omicidio del cronista del mattino Giancarlo Siani, vicenda sulla quale aveva anche scritto un libro intitolato “Da Corleone a Torre Annunziata”.
Per parlare con lui bastava bussare alla porta della sala stampa della questura in via Medina, in quegli anni crocevia di notizie: prima o poi sarebbe certamente passato di là per incontrare una fonte o avvisare il giornale dell’ultimo fatto di cronaca.
Adesso che se n’è andato, è facile pensare che sia semplicemente uscito a caccia di uno scoop, sulla sua inseparabile motocicletta, con il taccuino pieno di appunti e di storie da raccontare
I funerali si celebrano sabato 20 luglio alle 16 nella chiesa di San Carlo all’Arena in via Foria.