Al rientro a scuola domattina, studenti e insegnanti troveranno all’ingresso della scuola media del quartiere Scanzano di Castellammare di Stabia una gazzella dei carabinieri. Il suo compito, prevenire tensioni in occasione della ripresa delle lezioni dopo il caos suscitato dall’aggressione di una trentina di genitori ai danni di una insegnante di sostegno. È stata la stessa preside dell’istituto Salvati, Donatella Ambrosio, a chiedere la presenza delle forze dell’ordine visto il permanere di un clima pesante intorno alla vicenda.
Non ci sarà la docente aggredita, a casa in malattia dopo il trauma cranico riportato. Le famiglie che la contestano, dando credito alle voci su presunte molestie sessuali ai danni di alcuni alunni, insistono nel chiedere il suo allontanamento e minacciano di far ritirare in blocco i propri figli dalle lezioni. La preside ieri sera ha nuovamente esortato alla calma: “Io non difendo né accuso nessuno, ci sono indagini che faranno chiarezza. Ma condanno fermamente la violenza, che a scuola non deve entrare mai”.
Su tutta la vicenda prosegue il lavoro dei carabinieri: dall’esame dei telefoni cellulari della docente e di alcuni alunni non sono emersi elementi a sostegno delle accuse, che alcune mamme confermano invece sui social. Nessuna traccia di video compromettenti, ipotesi di cui alcuni genitori avevano parlato agli investigatori. All’attenzione di chi indaga c’è anche il clima di avversione cresciuto negli ultimi giorni intorno all’insegnante di sostegno, che aveva scoperto un ragazzino a fumare nei bagni provocando un provvedimento di sospensione nei suoi confronti. La docente aveva subito ad agosto l’hackeraggio dei profili social e ricevuto, negli ultimi giorni, minacce di morte via chat.
I carabinieri indagano poi sull’aggressione ai danni della donna: nei prossimi giorni dovrebbero essere identificati i partecipanti al raid per accertare le singole responsabilità. Sul caso, l’Ufficio scolastico regionale ha disposto l’invio di ispettori attesi a Scanzano tra domani e martedì.
Sulla vicenda è intervenuto anche il parroco del quartiere di Scanzano, che durante la massa ha condannato la giustizia “fai da te”: “Basta con la rabbia e la violenza, serve un tempo di pace e di misericordia. Chiediamo perdono – ha detto ai fedeli don Catello Imperato, nella chiesa di San Michele – quando abbiamo agito in questo modo, anziché aspettare i tempi del Signore e la sua giustizia, che non è punizione ma amore e misericordia”.
Di fronte a una platea di fedeli con tante mamme e i loro bambini, il parroco ha aggiunto: “Mi dispiace che si parli così male di Scanzano”, esortando a domandarsi “se la fretta di agire sui social non sia dettata dalla paura dell’altro, mentre l’attesa avrebbe portato a una giustizia più vera”.