Un “No” con voce stentorea, secco, mano destra con braccio teso, quasi a imitare il saluto fascista. Risate in aula. Vincenzo De Luca vota così contro la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dal centrodestra. L’atto che avrebbe decretato la fine del mandato, non passa: 35 voti contrari, 15 a favore.
Il governatore, seduto al suo posto, sembra non ascoltare gli interventi in aula dei consiglieri e legge un libro. Il titolo è “21 lezioni di XXI secolo” di Yuval Noah Harari.
Durante il dibattito, matita alla mano, sguardo chino sulle pagine, ogni tanto accenna a una smorfia mentre i consiglieri del centrodestra parlano di “Regione fallimentare”, “disastro”, un presidente “a scadenza come uno yogurt”, sottolinea il consigliere della Lega Severino Nappi, perche “il suo partito, il Pd, ha già fatto sapere che non lo ricandida”. Stefano Caldoro, ex governatore e capo dell’opposizione, arringa: “Un presidente dimezzato. Non ha legittimazione politica dal suo partito. Che fa? Si candida contro il Pd? E se si candida, lo fa subito e scioglie subito il consiglio? Ce lo fa sapere?”. Ma De Luca, niente. Non alza lo sguardo dal suo libro. Non interviene in aula nel corso di un’ora di seduta. E al termine della votazione va via senza commentare, schivando i giornalisti.