Si è conclusa la prima delle due giornate che l’Università degli Studi di Napoli Federico II, una delle più antiche d’Europa, ha organizzato a New York al Tata Center. Presenti all’appuntamento inaugurale tante personalità di rilievo delle istituzioni, del mondo della ricerca e di quello dell’imprenditoria. Numerosi anche gli ex studenti che con la loro presenza hanno testimoniato come il prestigioso ateneo continui a rappresentare un robusto ponte con il mondo del lavoro a livello internazionale.
Matteo Lorito, rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha ricordato come il convegno sia parte delle celebrazioni degli 800 anni dalla fondazione. “Festeggiare otto secoli significa anche iniziare i nuovi otto della Federico II. Alla Cornell Tech abbiamo trovato una fetta di futuro che stiamo abbracciando”, ha detto. Sulla stessa linea Fabrizio Di Michele, console generale d’Italia a New York: “Queste due giornate non sono solo un modo per celebrare l’importante traguardo degli 800 anni, ma un’opportunità per guardare avanti, al futuro. Per farlo, non c’è posto migliore di New York”. Dopo aver ricordato i numerosi dipartimenti di eccellenza che vanta l’Università, il console generale ha sottolineato come tra le sfide più importanti che il mondo accademico italiano si trova davanti, c’è quella di “connettere i nostri talenti, ma anche il mondo della ricerca e dell’innovazione al mercato del lavoro. Su questo possiamo imparare molto dagli Stati Uniti”. Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Fabio Finotti, si è soffermato, poi, sulla visione che da sempre anima l’ateneo: “Federico II fondò questa università intendendola come un luogo in cui istruire i “civil servants”, come faro del pensiero libero, accessibile a tutti, indipendentemente dal background di ognuno, con un grande stacco da quanto accadeva nel mondo medioevale”.
Al tema del multilateralismo, invece, è stato dedicato il keynote speech di Maurizio Massari (rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite). Il diplomatico, ricordando le imminenti celebrazioni del 2025 per gli ottant’anni dell’Onu, ha ribadito come, nonostante le critiche, il palazzo di vetro resti l’unica piattaforma globale dove 193 paesi possono incontrarsi per discutere temi di interesse nazionale. “Dobbiamo salvare le basi del multilateralismo”, ha sottolineato. Il segmento dedicato al tema del trasferimento tecnologico e dell’open innovation ha incluso un colloquio di Lisa Jackson, vicepresidente del comparto Environment, Policy and Social Initiatives di Apple, con Giorgio Ventre, direttore del dipartimento di ingegneria elettrica e delle tecnologie dell’informazione della Federico II.