Rifiuta ogni forma di populismo perché “a quello della destra non si risponde proponendone uno a sinistra” e rilancia la sua idea di campo progressista che deve essere aperto. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, si prende il palcoscenico della festa dell’Unità a Bologna da dove punta l’indice contro chi ha soffiato sul fuoco della protesta ma poi “non ha concretizzato alcun obiettivo”. Bocciatura diretta all’ex sindaco Luigi de Magistris, che Manfredi, però, come di consueto evita di nominare: “Io sono stato eletto sindaco dopo dieci anni di un governo che definirei populista di sinistra, che ha alimentato tante speranze, ma nei fatti non ha realizzato alcun degli obiettivi che si era prefisso – accusa – l’idea non era di costruire qualcosa per le persone, ma era alimentare una protesta che serviva a mantenere il consenso attorno a questo tipo di governo”. Poco prima l’ex rettore aveva illustrato la sua idea di fronte progressista “epurato” dal populismo: “La partecipazione è la vera sfida della politica di oggi – afferma dal palco della Festa dell’Unità a Bologna – veniamo da stagioni di populismo dove la mobilitazione è stata contro, significava raccogliere il malcontento, la protesta fine a se stessa, l’idea di una mobilitazione che servisse ad alimentare l’antipolitica. Invece – prosegue – il tema oggi è aumentare la partecipazione e mobilitare le persone per costruire insieme un progetto di democrazia e di positività, per far tornare l’idea che la politica non è protesta, ma bisogna protestare con una visione di tipo costruttivo costruendo una proposta alternativa, guardando a un’idea collettiva e non individuale, a un’alternativa democratica fatta di un bene comune e non di un rafforzamento dell’individualismo e della protesta fine a se stessa”. Parole dirette anche al M5s ed è chiaro che tra il movimento originario di Grillo e quello promosso da Giuseppe Conte, Manfredi opti per quello dell’ex premier, nel cui governo, tra l’altro, è stato ministro.
Per Manfredi “le forze progressiste devono mettere in campo un grande sforzo per seguire questo percorso. Questa è anche la differenza tra la mobilitazione della destra e della sinistra: noi dobbiamo tornare a un’idea di politica che sia fatta della partecipazione dei cittadini per costruire insieme una proposta di futuro che dia risposta al bisogno del singolo ma anche della collettività”.
E proprio per rafforzare la sua idea di campo largo, Manfredi sempre a Bologna ha preso parte alla festa dell’Avanti: “Stiamo costruendo, in questa fase storica particolare, un grande fronte progressista che deve guardare al governo del Paese e costruire un’alternativa. Non c’è futuro senza una forte presenza riformista ed i socialisti sono espressione fondamentale di questa sfida. Abbiamo bisogno – dice Manfredi – di un riformismo radicale per dare risposte a problemi sempre più complessi. Il cambiamento si governa con il riformismo ed in questo momento abbiamo bisogno di più socialisti per la costruzione del fronte progressista, questo sforzo va sostenuto”.
Da Bologna l’ex rettore rilancia i timori sul pericolo che i sindaci abbiano sempre meno poteri e meno risorse. Per Manfredi, che si è espresso contro la riforma dell’Autonomia differenziata ed ha firmato per chiedere il referendum abrogativo, non c’è “bisogno di una riforma delle Regioni, ma di una riforma dei Comuni affinché abbiano più poteri, più risorse e una capacità di poter gestire meglio i bisogni dei cittadini. Le Regioni già hanno avuto troppo, senza voler fare loro alcuna critica”.