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“Fiume Sarno bomba a orologeria, salute a rischio”: lo studio choc

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14 settembre 2024 | 13.04

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Il fiume Sarno è “una bomba a orologeria“. I livelli di contaminazione delle sue acque e dei fanghi di drenaggio “sono a un punto di non ritorno”, con “rischi concreti per la salute dell’ecosistema e dell’uomo”. Sono “risultati choc”, lo specchio di “una situazione allarmante”, quelli messi nero su bianco da un’analisi condotta pro bono dall’oncologo della Terra dei fuochi Antonio Giordano, commissionata dal sindaco di Sacafati (Salerno) Pasquale Aliberti che questa mattina ha depositato “una dettagliata relazione tecnico-scientifica alle autorità e agli enti competenti: Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero dell’Ambiente, ministero della Salute, prefetto di Salerno, prefetto di Napoli, prefetto di Avellino, procura della Repubblica di Nocera Inferiore, presidente della Regione Campania”, informa Giordano, scienziato italiano in forze negli Usa dove dirige lo Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia, e in Italia guida il Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’università degli Studi di Siena.

Cosa dice o studio

In base alla disamina delle relazioni della Geoconsultlab, società incaricata dal Consorzio di bonifica dell’Agro-Nocerino-Sarnese per conto della Regione Campania di analizzare le acque, Giordano paventa “ripercussioni sulla salute dei cittadini provocate dai sedimi presenti nel Rio Sguazzatorio”. La sua relazione tecnico-scientifica sulla contaminazione dei fanghi di dragaggio del corso d’acqua che attraversa Scafati indica che, “nonostante la rimozione della classificazione HP7 dal report aggiornato, le concentrazioni di contaminanti rilevati, tra cui antimonio, arsenico, cadmio, cromo esavalente, mercurio, selenio, stagno e tallio, sono rimaste invariate. La loro presenza in concentrazioni rilevabili è preoccupante per gli effetti tossici anche a basse dosi – avverte l’oncologo – per i meccanismi di bioaccumulo e di tossicità cronica”. Inoltre, aggiunge Giordano, “la loro persistenza nell’ambiente può determinare la contaminazione del suolo e delle risorse idriche, con ripercussioni sull’ecosistema e sulla salute umana”.

“La profondità di campionamento – approfondisce lo scienziato – è un fattore determinante per comprendere la cronologia della contaminazione. Campionamenti superficiali possono indicare contaminazioni recenti, mentre prelievi più profondi potrebbero rivelare la presenza di accumuli di inquinanti a lungo termine, che potrebbero essere legati a fonti di contaminazione storiche. Studi epidemiologici dimostrano che l’esposizione prolungata a basse dosi di metalli pesanti è associata a un aumento del rischio di sviluppare gravi patologie, tra cui tumori, malattie cardiovascolari, disfunzioni renali e malattie metaboliche. I campioni sono stati prelevati in un’area urbana soggetta a frequenti esondazioni, un fattore che potrebbe rendere più problematica la contaminazione”, precisa Giordano.

“Di fronte alla superficialità della Regione sulla questione ‘fiume Sarno’, non potevamo attendere – dichiara il sindaco Aliberti – Ho chiesto aiuto a Giordano, scienziato di fama internazionale, per un supporto nella battaglia di verità che stiamo conducendo. I dati sul grado di pericolosità riportati dalla Regione nelle relazioni commissionate dal Consorzio di bonifica alla società Geoconsultlab nell’aprile 2023 e nel novembre 2023 sono falsati”, denuncia: “A distanza di pochi mesi risultano diversi e discordanti, con un declassamento della pericolosità dei metalli presenti nelle acque giustificato come mero errore di battitura. Il governatore De Luca non si volti dall’altra parte”, è l’appello del primo cittadino di Scafati.

Fonte: https://www.adnkronos.com/cronaca/fiume-sarno-inquinamento-studio-choc_7y3oL5cM3sCdKKbURsoS04

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