Si aggrava il tragico bilancio dell’esplosione avvenuta sabato scorso a Forcella: è morto anche Afsaer, 60 anni, cittadino bengalese come i suoi due connazionali deceduti nei giorni scorsi: Kazi, 43 anni, e Badoul, 41 anni, la prima vittima. Le condizioni di Afsaer erano apparse subito disperate: era ricoverato in Terapia intensiva grandi ustionati del Cardarelli con ustioni sul 65 per cento del corpo. L’esplosione è avvenuta in vico Pace, nel cuore di Forcella, in un basso che i tre stavano ristrutturando, le indagini diranno se per andarci a vivere o per adibire quel locale a deposito, come sostiene un cugino del cittadino del Bangladesh.
“ll mio pensiero va alla famiglia, ai figli e alla nostra Comunità che oggi soffre ed è a lutto per la perdita di tre bravi uomini, lavoratori onesti e perbene, simboli di un grande popolo operoso, gentile e di grandi valori” dichiara Fiorella Breglia, console generale onorario del Bangladesh in Campania. Venerdì a Napoli arriverà anche l’ambasciatore Rokebul Haque per far sentire la propria vicinanza alle famiglie delle tre vittime. Con lui Ashif Anam Siddique, prima segretaria al Lavoro e Welfare.
Per gli invisibili di Forcella persino la nazionalità è rimasta un mistero per tre giorni. Solo lunedì si è scoperto che i tre uomini tirati fuori dalle macerie erano del Bangladesh, e non cingalesi come si pensava all’inizio, né senegalesi come sosteneva qualcuno. Sono morti per l’esplosione avvenuta nel basso che affaccia da un lato su vico Sana Maria Antesaecula e dall’altro all’interno di un vecchio palazzo da cui si accede da vico Pace con una grata che spuntava sul pianerottolo del condominio per permettere a un po’ d’aria di entrare. Poco più di uno scantinato, insomma
La Procura indaga per disastro colposo, ma l’inchiesta si allarga anche sul vergognoso business delle case ghetto. Gli immigrati senza permesso di soggiorno sono sotto ricatto. Per pochi metri quadratati versano dai 300 ai 700 euro a proprietari fittizi di locali abusivi o già sotto sequestro. Sfruttamento dell’immigrazione ma anche traffici legati alla prostituzione. Donne straniere pagano affitti cari (anche 600 euro) per la stanza dove vivono e si prostituiscono. Negli stessi bassi, poi, si spaccia e sono anche utilizzati, così è stato scoperto in passato, per nascondere armi. Dietro c’è l’ombra della camorra e non è un caso, che su quanto avvenuto, insieme alla Procura ordinaria, indaghi anche l’Antimafia.