Una mazzetta da 20 euro legata con un elastico, lo stesso che ferma anche un biglietto con un nome. Su un pacchetto di banconote da 50 c’è una data scritta a penna e un indirizzo. Poi altri soldi, divisi per taglio da 100 e 200 euro, quasi tutti abbinati a pizzini con scritte e annotazioni. Tracce da decodificare per capire se gli otto milioni di euro trovati in un caveau, dietro ad un armadio in uno scantinato di una villetta su una strada isolata di un paesino del napoletano, siano una pista che porti direttamente ad una mega truffa all’Inps.
E, soprattutto, se siano parte di guadagni illeciti arrivati da false pratiche di invalidità, con profitti per un gruppo di professionisti ai danni dello Stato con una centrale a Pompei. Come pensano i finanzieri e la magistratura di Torre Annunziata, che sono al lavoro per trovare prove e nomi di professionisti coinvolti. Per il momento è scattato nei primi giorni di agosto il sequestro del tesoro, soldi cash per un totale di 8 milioni di euro, che il medico settantenne Ferdinando Santarpia pensava di tenere al sicuro nella sua casa a due piani, alla periferia di Santa Maria la Carità, cittadina dell’hinterland stabiese. “Non so da dove arrivi quel denaro, non ricordo”, sono le risposte che il medico ha dato ai finanzieri del gruppo di Torre Annunziata, guidati dal colonnello Gennaro Piro e coordinati dai magistrati diretti dal Procuratore Nunzio Fragliasso, quando i militari hanno scoperto il suo caveau casalingo. Un’inchiesta partita per una verifica fiscale al medico in pensione, che ha condotto i finanziari a bussare alla sua porta per fugare i sospetti su più segnalazioni.
Dubbi sul medico che continuava a comprare case vicino alla sua, per lasciarle spesso vuote. Ma niente che potesse fare pensare al nascondiglio identico al deposito di una banca poi spuntato fuori, finché i finanzieri non hanno deciso di spostare i mobili al pianoterra della villetta familiare, per scoprire la finta parete che portava ai soldi. Negli ultimi anni, l’ex medico di base in pensione ha sempre fatto attenzione a condurre una vita normale, simile a quella dei vicini. Che non è bastata a tenerlo lontano dalle voci nate sui suoi investimenti immobiliari e soprattutto sulla sua attività professionale. Con giornate dedicate quasi interamente alle consulenze, che ha continuato a dare a chi doveva presentare una domanda per ottenere una pensione di invalidità e bussava alla porta del suo studio professionale a Pompei.
Lunga la fila per ottenere il suo aiuto, avendo conquistato la fama di “infallibile”. Quando ci pensava lui a preparare la pratica da presentare all’Asl il risultato era assicurato. Oltre al lavoro nella quotidianità del medico sotto inchiesta poco o nulla più, niente auto di grande cilindrata o vizi. Solo un patrimonio immobiliare cresciuto nel tempo, di cui non c’è traccia nelle dichiarazioni dei redditi degli ultimi cinque anni del professionista. Ma dal sequestro del maxi tesoro, con codici e nomi che gli investigatori dovranno decriptare, l’inchiesta ha avuto una svolta.
Il medico non dovrà solo rispondere dell’accusa di riciclaggio per gli otto milioni di euro, suoi o di altri (questo gli inquirenti lavorano per stabilirlo), di cui non è riuscito a dare una spiegazione. Ma di truffa all’Inps, con la complicità di altri professionisti. Un giro ampio, stimando solo quanto trovato in contanti a casa del medico. Che potrebbe coinvolgere anche funzionario pubblici, ai quali sarebbero andati parte dei soldi riusciti ad incassare da falsi invalidi. Un’indagine alle battute iniziali dai grandi numeri.