Sette giorni dopo quel boato nella notte, mentre in ospedale sono tuttora ricoverati sette bambini e tre adulti, il popolo di Scampia scende in piazza Dante e poi sfila in corteo chiedendo soluzioni per gli sfollati del crollo della Vela Celeste. “Il tempo è scaduto, mo’ basta” recita uno striscione. Un coro dice: “Vele, carceri speciali”.
Un altro drappo ricorda le tre vittime: “Per Roberto, Patrizia e Margherita”. Giuseppe Bottone, megafono tra le mani, dice: “Chiediamo dignità e la casa per questa gente”. E Rosa, una delle più agguerrite, protesta: “Ci trattano come accattoni”. Nicola Nardella, il presidente della municipalità, sottolinea: “Il senso della manifestazione è chiedere che gli abitanti delle Vele si incontrino con il sindaco perché qualsiasi decisione deve essere presa con il dialogo”.
In piazza circa 200 persone, c’è anche Potere al Popolo. Spiega il portavoce nazionale Giuliano Granato: “La nostra gente ha diritto a giustizia e dignità”.
In testa al corteo l’ex assessora comunale della giunta de Magistris Eleonora De Majo: “Se oggi a Scampia c’è la sede dell’Università è grazie alle battaglie del comitato Vele”. E sottolinea: “chiediamo al mondo della cultura, agli artisti, al cinema. Per tanti anni le Vele sono state un brand, ma adesso è il momento d8 mostrarsi dalla parte d8 queste persone. Chiediamo agli artisti e a chi è stato a lavorare con a Scampia, di non lasciare solo questo popolo. E chiediamo alla città di essere dalla parte di questo quartiere”.
Mentre attraversa via Toledo, il corteo a gran voce chiede “casa e lavoro”. Il presidente della municipalità Nardella al microfono ribadisce la richiesta di concordare con l’amministrazione il piano di uscita degli sfollati dalla sede dell’Università: “Il sindaco deve ricevere una delegazione delle Vele. Serve un piano integrato. Restart Scampia non deve fermarsi”.
Il comitato Vele ricorda le battaglie di questi 40 anni. “Il 30 luglio il governo Meloni spostava su altri progetti fondi del Pnrr destinati alle Vele. Oggi diciamo due cose: serve una soluzione transitoria e dignitosa per gli sfollati, niente propaganda, non siamo disposti a mediazioni. È quello che è successo non diventi alibi e non si perda tempo nel portare avanti il progetto. Le Vele sono mostri, si muore anche di amianto”.
Il Comune attiva il fondo di solidarietà e apre alle donazioni
La giunta comunale ha deliberato l’istituzione di un fondo denominato ‘fondo comunale di solidarietà – per Scampia’ per fornire risposte immediate ai bisogni delle persone e delle famiglie in difficoltà a seguito del crollo del ballatoio della Vela celeste.
Il fondo, si legge in una nota di palazzo San Giacomo, ha l’obiettivo di fronteggiare l’emergenza in tempi brevi e in maniera concreta. Lo stanziamento sarà infatti utilizzato per acquisti di beni di consumo e prestazioni di servizi a favore delle famiglie coinvolte nel crollo.
La giunta, ancora la nota, ha deliberato il finanziamento del fondo con risorse del comune di Napoli pari a 100mila euro come dotazione iniziale, da prelevare dal fondo di riserva. In tale fondo potranno confluire poi le donazioni di soggetti collettivi e di singoli cittadini.
Le associazioni
Le associazioni di Scampia si sono riunite invece nel quartiere, in piazza Giovanni Paolo II, denunciano “con rabbia e sconcerto la grave assenza e l’incompetenza dello Stato nei giorni dell’emergenza seguiti al crollo del ballatoio nella Vela Celeste. Difatti l’emergenza si è affrontata, e si continua ad affrontare, solo grazie allo sforzo straordinario di popolazione, comitati e associazioni di base. Tanta inefficienza deve alzare il livello di allerta non solo a Scampia, tanto più in una città ad alto rischio sismico, dove tra l’altro le recenti prove di evacuazione dell’area Flegrea avevano già messo in luce la risibilità dei piani di evacuazione. Come già evidenziato da stampa e politica, quella della Vele Celeste è stata una tragedia annunciata, frutto dei decenni di stratificazione dell’ assenza e dell’inefficienza dello Stato, con i comitati e le associazioni del territorio a fare da inascoltate Cassandre (senza dimenticare la Vela Rossa e la Vela Gialla che versano in condizioni altrettanto fatiscenti). Abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte, ma riteniamo che a questo punto bisogna tornarne a fare politica. Riusciranno, almeno questa volta, Governo centrale e istituzioni cittadine a dare una risposta che sia quantomeno credibile?”