“Il governo offre frottole”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, apre così il consueto collegamento del venerdì su Facebook parlando della campagna elettorale. “Negli ultimi giorni, più che palle, mongolfiere. Negli ultimissimi giorni, più che mongolfiere, dirigibili, led zeppelin, palloni inimmaginabili” dice De Luca che poi sulla vicenda dei migranti va all’attacco del governo: “Negli ultimissimi giorni di campagna elettorale hanno tentato di fare un’associazione scorretta e diffamatoria su un elemento rilevato di irregolarità nel flusso dei migranti, molte più richieste di lavoro rispetto alle imprese esistenti. La cosa straordinaria è che rispetto al flusso dei migranti la Regione Campania non c’entra niente: tutta la competenza è del ministero dell’Interno, dove c’è da quasi due anni, ma c’era già da molti anni da dirigente, il ministro Piantedosi. Quindi la polemica della Meloni è una sorta di autodenuncia che fa il governo contro se stesso”.
De Luca evidenzia “un elemento di volgarità introdotto dal presidente del Consiglio che non ha inteso rispondere a due sollecitazioni che mi ero permesso di rivolgerle: la prima è quella di un dibattito pubblico su temi di sostanza, di merito, non sulle chiacchiere o sul vittimismo, sui temi relativi alle politiche per il Sud, alla Zes unica, al sistema sanitario; non ho avuto risposta neanche all’unica domanda che avevo rivolto alla presidente del Consiglio, e cioè: quando intendi firmare l’accordo di coesione della Regione Campania?”, ha concluso. Sempre sul mancato sblocco dell’accordo per i fondi di coesione attesi dalla Campania, il governatore torna a polemizzare con il ministro Raffaele Fitto: “Attendiamo che, dopo questa domenica fatale del voto europeo, il Governo si decida a darci la data nella quale siglare l’accordo di coesione con la Regione Campania, accordo che la Campania ha inviato l’11 ottobre. Un anno perso senza nessuna motivazione pubblica data dal Governo. È venuto di recente a un incontro a Napoli il ministro Fitto – aggiunge De Luca – e il ministro ha detto che il problema non è il tempo, ma il merito. Ministro Fitto, il tempo è decisivo per aprire i cantieri, per non perdere tempo perché altrimenti i costi per le opere aumentano. Negli ultimi 3 anni, per aver perso anni inutilmente, abbiamo avuto un aumento dei costi delle opere da realizzare di quasi il 30 per cento. Il tempo non conterà per il ministro Fitto, per i produttori di palle, mongolfiere e zeppelin, ma per i poveri cristi che hanno bisogno del lavoro e per le imprese che hanno bisogno di cantieri aperti il tempo è decisivo. Ci auguriamo dunque che, passate le elezioni, si decidano a firmare l’accordo di coesione. Un qualunque governo che avesse avuto un minimo di dignità istituzionale e politica avrebbe assunto come primo accordo di coesione da siglare quello della Campania, per far fronte ai problemi sociali e territoriali”.
Il governatore è durissimo anche sul provvedimento che Palazzo Chigi ha annunciato per abbattere le liste di attesa in sanità: “Una delle misure più sgangherate, più truffaldine che abbia mai prodotto questo Governo sgangherato e truffaldino”. E ironizza “una cosa grossa a tre giorni dalle elezion” per poi sottolineare che “nel decreto non c’è un euro, tranne che 500mila euro per il 2024 e 1,5 milioni per il 2025 per pagare quelli che andranno a far parte di un organismo di controllo che ha istituito il Governo: 20 dipendenti distaccati dalle amministrazioni pubbliche. Questo decreto approvato dal governo fa riferimento al Regio decreto 635 del maggio 1940, approvato da Vittorio Emanuele III, il quale faceva riferimento al Testo unico 773 del 1931 che prevedeva per i prefetti la possibilità di attribuire la qualifica di agente di polizia a figure particolari”.
Infine, ricordando gli 800 anni di storia dell’università degli studi di Napoli Federico II, De Luca sottolinea: “Federico II si poneva il problema, otto secoli fa, di avere una classe dirigente in grado di gestire le istituzioni pubbliche e lo stato. Allora ci si impegnava per creare laureati, oggi si irridono, si disprezzano quelli che magari hanno conseguito una laurea. Mentre c’è qualche nostro governante che si dichiara orgogliosamente rappresentante dell’analfabetismo. Tutti gli esseri umani hanno uguale dignità in quanto persone, al di là dei ruoli che ricoprono. Ma per governare le comunità occorrono competenze, occorre cultura, occorre specializzazione, altrimenti non si governa un grande paese come l’Italia. Mentre Federico II offriva lo studio gratuito, stabiliva per la prima volta in occidente il pagamento di un corpo docente, noi stiamo facendo un passo a ritroso e stiamo tornando a prima del 5 giugno 1224”.