Riesplode il caso Schmidt. La “pax capodimontina” è durata ben poco e proprio mentre il direttore nominato da poco al posto di Sylvain Bellenger sembrava pronto ai posti di partenza, ha cambiato di nuovo idea e si è candidato sindaco a Firenze.
Ieri i giornali toscani online, dopo lunghi tira e molla, hanno diffuso la notizia dell’avvenuta candidatura di Eike Schmidt. Un sogno infranto per i tifosi del museo. La mattinata era cominciata con una prima polemica locale: un consigliere comunale del Pd, Gennaro Acampora, tra i rari a praticare con moto “ostinato e contrario” l’opposizione (com’è scritto nei manuali) ha scritto sui social una lettera aperta al ministro MiC: «Ministro Gennaro Sangiuliano, il suo Museo, il suo Parco non meritano un direttore che ha interessi in politica e dovrà essere in aspettativa per un periodo breve o lungo, creando una direzione ad interim del Polo museale. Capodimonte merita il meglio e lo merita full time e al cento per cento».
La risposta di Sangiuliano non si è fatta attendere, ma una risposta parziale, che è stata poi completata a Palazzo Reale, all’inaugurazione della mostra su Tolkien, che si porta strascichi di polemiche romane sull’appropriazione fascista dei mondi creati da Tolkien. Sangiuliano ha difeso la scelta di Schmidt: «È un diritto costituzionale per tutti i cittadini, stabilito dall’articolo 51 della Costituzione, quello di elettorato attivo e passivo, quindi anche Eike Schmidt ha diritto a candidarsi».
Il ministro ha fatto notare che anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi «persona – ha detto – che io stimo tantissimo e col quale lavoro benissimo, a un certo punto si è messo in aspettativa dall’università e si è candidato. Prima è diventato ministro e poi successivamente si è candidato a sindaco di Napoli». Ed ha aggiunto: «Il professor Giuseppe Conte, ordinario di diritto privato all’università di Firenze, è in aspettativa dall’università. Non ho parlato con Schmidt. Non so che cosa lui deciderà di fare, però – ha sottolineato – sia ben chiaro che è un diritto costituzionale». Che cosa accadrà al museo di Capodimonte? «Il ministero ha tanti dirigenti – ha puntualizzato Sangiuliano – A parte che noi seguiamo tutto, io stesso sono stato a Capodimonte poche settimane fa, a verificare lo stato dei lavori. Su Napoli c’è una congiuntura particolare perchè in questo momento il direttore generale dei musei Massimo Osanna conosce bene Napoli, vive a Napoli e quindi è in grado di supplire a quello che è necessario. Il direttore generale del patrimonio, La Rocca, è napoletano e ha anche l’interim di soprintendenza. Quando è scaduto il mandato del direttore della pinacoteca di Brera, Bradburne, noi – ricorda ancora il Ministro – abbiamo dato l’interim alla dottoressa Cappelletti, la direttrice della Galleria Borghese. Lei è andata e ha fatto benissimo il suo lavoro. La direttrice del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo ha avuto l’interim di altri musei. Cioè, non è che si chiude Capodimonte».
La prospettiva che il ministro (ieri in visita privata anche al Mann con l’ambasciatore americano Jack Markell e poi al San Carlo) ha prefigurato in qualche modo è l’aspettativa per Schmidt. Potrà Osanna, come Atlante, reggere sulle spalle il peso ingente di tutti questi musei autonomi ad oggi ancora acefali? Stupisce che nessuno abbia interesse a sollevare il problema, che colpisce anche il Mann, da dove se n’è andato un direttore che aveva rianimato un quartiere defunto. Ed è rimasto il vuoto. Due musei di prima fascia, Capodimonte e Archeologico, travolti da un insolito destino.