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Napoli, al Santobono gara di solidarietà per le bimbe di Gaza

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Una dei due bambini di Gaza da un mese non riceveva le terapie necessarie per la sua patologia. La guerra colpisce i bambini più degli adulti, gli lascia il terrore scritto negli occhi, anche in tenerissima età.

«Fortunatamente sono arrivati a Napoli dove il cuore è grande». È una delle madri dei piccoli ricoverati nel reparto Pediatria dell’ospedale Santobono Pausilipon a raccontare la tarda serata di domenica, il volo in aereo militare delle due giovani madri delle pazienti dirette al Santobono da Ciampino e l’arrivo. Stanche ma con fiducia nel futuro, per la prima volta dopo mesi. Una delle due, arrivata con due bambini, ha detto, tradotta dal mediatore culturale che l’ha aiutata con i medici: «Prima avevo tre figli. Uno è rimasto in Palestina, è morto sotto le bombe».

E a rincuorare queste donne smarrite e doloranti sono state le mamme dei bambini ricoverati, che si sono fatte avanti, sfidando le incomprensioni linguistiche, coscienti del fatto che «una madre capisce un’altra madre», e che questo basta. Gli sguardi pieni di affetto e la mani di cose utili: «Abbiamo portato quello che avevamo nei nostri armadietti, per sopperire all’emergenza: merendine, succhi, qualche vestitino, le calze, perché i bambini erano a piedi nudi. E abbiamo mostrato come fare una lavatrice veloce sempre qui, in reparto».

- NAPOLI 17 FEB - Ospedale Santobono
– NAPOLI 17 FEB – Ospedale Santobono 

«Tra le nostre preoccupazioni – dice il primario Paolo Siani, che le ha accolte nel suo reparto di Pediatria – c’è stata anche quella di procurare cibo per più persone di quelle annunciate. E proprio dal momento in cui sono arrivati cominciava per loro il Ramadan, il mese sacro dei musulmani, con restrizioni alimentari su cui ci siamo dovuti documentare».

Donne e bambini. Gli uomini sono rimasti a Gaza, a loro non è stato consentito di partire. Una pena in più per le madri, che hanno lasciato mariti e altri parenti lontano e tra mille pericoli. Gli altri sono tutti fratellini delle piccole ammalate, una che attenderà probabilmente il trapianto di fegato forse realizzabile al Bambin Gesù, l’altra, a 4 mesi, con un problema neurologico, la più “giovane” del C130 che ha portato i “bambini di guerra” in Italia per metterne al sicuro almeno la salute. Nel mese di gennaio, quando era neonata, ha avuto un’emorragia cerebrale. In piena guerra. Fortunatamente le è stato riconosciuta l’emergenza umanitaria: l’hanno curata in un ospedale egiziano e ora ci si accerterà di eventuali danni.

«Nella notte – spiega Paolo Siani – abbiamo fatto d’urgenza la risonanza magnetica alla bimba che, come ci hanno detto, ha un problema cerebrale di una certa importanza. Le due pazienti stanno bene e siamo fiduciosi. Presto potremo mandarli a casa, negli alloggi messi a disposizione nella foresteria del Santobono Pausilipon e seguirle poi in day hospital in ambulatorio».

Il direttore sanitario dell’azienda sanitaria che riunisce i due ospedali vomerese e posillipino, Maria Vittoria Montemurro, racconta le difficoltà con cui i medici si sono scontrati, ma a cui hanno posto rimedio: «Quando ci hanno detto che c’erano cinque persone per un nucleo familiare e due per l’altro, abbiamo pensato anche a papà e nonni, come si concepisce da noi la famiglia-tipo. Invece erano quasi tutti bambini. Gli splendidi operatori del Santobono – aggiunge – li hanno visitati trovando i fratellini delle due bambine in buone condizioni».

Uno dei medici donna in corsia dice di averli trovati «in equilibrio clinico, si vedeva che avevano viaggiato tanto, erano molto stanchi». Le bambine sono stabili e hanno cominciato l’iter di accertamenti medici che dovranno affrontare. Intanto ricevono giocattoli da persone che li lasciano all’ingresso dell’ospedale Santobono, raccomandando agli uscieri di consegnarli a queste due minuscole eroine di guerra arrivate a Napoli. Dopo tanta sofferenza, la vicinanza della gente che ha visto scene in televisione dure tanto per i piccoli israeliani quanto per i palestinesi. Alla domanda «che cosa vorreste chiederci?», una mamma di Gaza ha risposto soltanto due parole: «Basta guerra».

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/03/12/news/napoli_al_santobono_gara_di_solidarieta_per_le_bimbe_di_gaza-422292753/?rss

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