Alla fine il ministero della Cultura guidato da Alessandro Giuli ha chiarito quello che dalla lettura del bando per i nuovi direttori dei musei, che comprende anche il Mann, si era intuito: chi ha già diretto per due mandati un istituto culturale autonomo non potrà partecipare alla selezione per lo stesso museo. Il che, a Napoli, significa che Paolo Giulierini, che dal 2015 al 2023 ha guidato il Museo archeologico nazionale, non potrà presentare la domanda per un terzo mandato.
La nota di chiarimento, firmata dalla responsabile unica del procedimento Marisa Calvino, sottolinea come la selezione avviata il 4 febbraio (domande entro il 6 marzo) si propone di “assicurare il rispetto del principio di rotazione degli incarichi (…) al fine di evitare il consolidarsi di relazioni che possano favorire dinamiche improprie nella gestione amministrativa, conseguenti alla permanenza prolungata nel medesimo ruolo o incarico, nonché per garantire la più efficace ed efficiente utilizzazione delle risorse in relazione ai mutevoli assetti funzionali e organizzativi”.
Tradotto, vuol dire che chi come l’archeologo toscano ha per otto anni guidato un museo, non può aspirare allo stesso istituto. Anche se – ed era stato l’ex ministro Sangiuliano a prospettare questa soluzione – il museo cambia di fascia (come è accaduto al Mann) o modifica le competenze. Giulierini, se lo vorrà, potrà ovviamente concorrere per gli altri istituti a bando (magari il Colosseo e il Museo nazionale romano per restare in ambito archeologico), o attendere l’estate per la selezione dei musei di seconda fascia.
