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Una legge regionale che riconosca alle isole del golfo di Napoli lo status di “realtà disagiate”, risolvendo quelle particolari criticità dovute, soprattutto, “alle possibili interruzioni dei collegamenti con la terraferma e alla variazione stagionale della popolazione presente, con un afflusso turistico più elevato in alcune stagioni dell’anno”. Perché è chiaro che “assicurare i livelli essenziali di assistenza nelle piccole isole può essere complesso e costituisce una sfida per la programmazione e la gestione sanitaria”.
Così è partita in queste ore una raccolta di firme sul territorio di Ischia, Capri e Procida: obiettivo quota diecimila, c’è il coordinamento di una commissione interisolana con rappresentanza dei sei comuni di Ischia, dei due di Capri e del comune di Procida.
Gazebo in strada – come ieri a piazza degli Eroi, a Ischia – e possibilità di firmare negli uffici comunali (tutti i giorni, negli orari d’ufficio): già raccolte le prime seicento adesioni.
L’obiettivo è quello di “migliorare la qualità di vita e l’erogazione dei servizi sanitari sulle isole sia per i cittadini residenti che per i cittadini italiani e stranieri che le scelgono come meta di turismo”. In particolare, la legge mirerebbe allo “sviluppo e miglioramento della mobilità da e per le isole per favorire l’accessibilità ai luoghi di cura e di interesse sotto il profilo sanitario di tutto l’arcipelago” e al “miglioramento delle condizioni di viaggio per il personale sanitario medico e paramedico, per i familiari dei pazienti, per i pazienti e quanti devono accedere ai servizi sanitari”. Non di rado, in effetti, la destinazione insulare non è accettata di buon grado dai professionisti. Anzi, le amministrazioni – unite – denunciano come “il ridimensionamento dei servizi sanitari anche a causa della progressiva diminuzione del personale addetto ad assicurare la loro effettività, può rappresentare e senz’altro rappresenta, una grave violazione del diritto dei residenti delle isole di fruire di adeguati servizi sanitari, e di mobilità”. E che i servizi sanitari hanno fatto registrare negli ultimi anni “particolari criticità rispetto alla capacità delle amministrazioni coinvolte di affrontare in modo organico le esigenze delle tre isole dei loro residenti e delle centinaia di migliaia di turisti che le affollano per sei mesi all’anno, isole che hanno visto progressivamente ridursi i presidi di èronto poccorso, compromessi i servizi per la salute mentale, ridursi progressivamente gli organici dei presidi ospedalieri, e per le cure oncologiche, subire continui trasferimenti”.
Di qui il ricorso a una legge regionale “ad hoc”, che consentirebbe, nelle intenzioni dei proponenti, “un potenziamento dei servizi sanitari intesi come presidi ospedalieri, diagnostici, residenze sanitarie assistite, medicina territoriale, con particolare attenzione ai servizi destinata ai malati oncologici”. Ancora: si prevede che l’assegnazione di personale sanitario medico e paramedico si accompagni a un adeguato” riconoscimento dello stato di disagio di condizioni che ne favoriscano la permanenza stabile o l’assegnazione per periodi non inferiori a cinque anni, salve motivate e documentate ragioni che rendano inderogabile il trasferimento ad altra sede”.
“La sanità è una criticità importante, i cittadini risponderanno compatti”, sottolinea il presidente del consiglio comunale di Ischia, Gianluca Trani. Chiama a raccolta i concittadini con un post sui social Paolo Falco, sindaco di Capri. Di necessaria “battaglia per una sanità migliore” parla il sindaco di Procida, Dino Ambrosino: “Ci stiamo mobilitando per proporre dal basso una legge regionale di iniziativa popolare per ottenere più servizi. – dice – Il percorso è nato qualche mese fa quando con gli amministratori e le associazioni del territorio abbiamo sentito la necessità di condividere un’azione comune, perché anche Ischia e Capri lamentano importanti carenze nell’assistenza rispetto al passato. Il tema è quello di avere più medici e risorse, dalla Regione, dal Governo e dall’Europa”.